Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha dato il via libera all’unanimità, all’accordo sul nucleare iraniano raggiunto martedì scorso a Vienna tra i negoziatori del “5+1” e Teheran. Il trattato entreà in vigore “non prima di 90 giorni” dal voto, a meno che una data precedente sia convenuta di comune accordo. Il documento ha stabilito anche l’annullamento di sette risoluzioni dell’Onu contro l’Iran non appena l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) avrà verificato che Teheran abbia rispettato determinate misure previste dall’accordo. In particolare, la riduzione entro le prossime settimane delle riserve di uranio arricchito (da 12mila a 300 chili) e un taglio dei due terzi delle centrifughe per l’arricchimento.
Il rispetto del trattato permetterà la fine di gran parte delle sanzioni dell’Onu all’Iran. Rimarrà invece ancora in vigore per altri cinque anni l’embargo sulle armi convenzionali, mentre quello che impedisce di procurarsi componenti e tecnologia per missili balistici resterà in vigore per otto anni. Come prevede il trattato, sarà possibile trasferire all’Iran tale tecnologia e armi pesanti come carri armati, navi da guerra ed elicotteri con l’approvazione, caso per caso, del Consiglio di Sicurezza.
Il Consiglio Onu ha adottato il meccanismo previsto dal trattato per regolare la ripresa delle sanzioni nel caso in cui l’Iran non rispettasse gli accordi. Sarà formata una commissione tra i “5+1” e Teheranche dovrà gestire eventuali reclami su sospette violazioni. Se uno Stato dovesse lamentarsi di come è affrontata la questione, si potrà portare il reclamo davanti al Consiglio di Sicurezza che dovrà poi votare una risoluzione specifica.
Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite, ha commentato positivamente il via libera del Consiglio di Sicurezza: “Le Nazioni Unite sono pronte a fornire tutta l’assistenza necessaria per dare attuazione alla risoluzione”, ha affermato in una nota.
Israele contro la risoluzione: sarà una catastrofe. Insoddisfazione è stata invece espressa dall’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Ron Prosor: “Se la comunità internazionale
rifiuta di vedere questa intesa come una tragedia è un grave errore strategico. Ma se è cosciente della tragedia e sceglie lo stesso di continuare questo percorso è una catastrofe. Nei prossimi anni, le conseguenze di questo errore diventeranno chiare a tutti, ma per Israele, domani è già troppo tardi”.
Netanyahu: non finisce qui. Israele è ancora contraria al trattato, nonostante le rassicurazioni di Obama. Secondo Tel Aviv, la fine delle sanzioni restituiranno ingenti risorse a Teheran per armare i terroristi, aumentando il rischio di una guerra in Medio Oriente. Benjamin Netanyahu ha spiegato: “Dicono che una decisione delle Nazioni Unite sia la fine della storia – ha affermato durante una riunione del Likud, citato dall’emittente Arutz Sheva -: non è vero, perché fino a quando le sanzioni del Congresso americano saranno in vigore, l’Iran sarà costretto alla fine a fare concessioni, e non solo a riceverle”. Netanyahu sta riponendo le sue ultime speranze nel Congresso Usa, cui spetta ratificare il trattato. Il presidente americano Barack Obama però ha minacciato di porre il suo veto “contro ogni legge che impedisca la realizzazione” dell’intesa raggiunta a Vienna. Obama, commentando il voto dell’Onu ha detto che si tratta di un “messaggio chiaro, il segnale che la comunità internazionale, al di là dei Paesi firmatari, riconosce come l’intesa sia l’approccio più forte per evitare che Teheran si doti della bomba atomica”.