Tripoli condanna a morte per genocidio il figlio di Gheddafi
Top

Tripoli condanna a morte per genocidio il figlio di Gheddafi

Il secondogenito del defunto dittatore però è detenuto in un carcere di Zintan: e la milizia rifiuta di consegnarlo al governo centrale.

Tripoli condanna a morte per genocidio il figlio di Gheddafi
Preroll

Desk2 Modifica articolo

28 Luglio 2015 - 11.30


ATF

Saif al-Islam è stato condannato in contumacia da un tribunale di Tripoli nell’ambito di un processo che vede imputati anche altri esponenti del regime di Muammar Gheddafi, catturato al culmine della rivolta del 2011 e morto nell’ottobre di quell’anno. Saif al-Islam, secondo l’agenzia di stampa libica, è stato condannato con l’accusa di “genocidio”.

Con la stessa accusa sono stati condannati a morte anche l’ex numero uno dell’intelligence del regime libico di Muammar Gheddafi Gheddafi, Abdullah Senussi, e l’ex premier Baghdadi al-Mahmoudi. Lo riferisce l’agenzia di stampa libica Lana. Senussi e Mahmoudi sono stati condannati nell’ambito dello stesso processo in cui è stato condannato a morte Saif al-Islam, figlio di Gheddafi. Le accuse si riferiscono al 2011, all’epoca della rivolta contro il regime di Gheddafi.

Il processo, che vede sul banco degli imputati 37 persone, si è aperto nell’aprile 2014, prima che il caos travolgesse la Libia, ora spaccata con due governi e due parlamenti, uno a Tripoli e un altro a Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale. Saif al-Islam è stato catturato nel novembre 2011 e da allora è trattenuto da un gruppo di miliziani di Zintan, nel nordovest della Libia, che non riconoscono il governo di Tripoli. All’inizio del processo Saif al-Islam partecipava alle udienze in collegamento video, poi non è più apparso. I miliziani di Zintan si sono sempre rifiutati di consegnare Saif al-Islam alle autorità di Tripoli, pur avendo accettato lo scorso anno l’apertura nella capitale del processo a carico del figlio di Gheddafi. La milizia rifiuta di consegnarlo al governo centrale.

Leggi anche:  È morto Giorgio Armani, padre dell’eleganza sobria e icona del Made in Italy

Saif al-Islam era stato catturato insieme a tre guardie del corpo nel deserto libico vicino a Obari da ribelli con base a Zenten, nel 2011.

Chi è Saif al Islam? Con l’arresto di Saif al Islam, figlio e delfino di Muammar Gheddafi, era caduto l’ultimo baluardo dell’ex regime del colonnello. Il destino della ‘Spada dell’Islam’ – significato del nome Saif al-Islam – è stato avvolto nel mistero. Scappato da Sirte nelle stesse ore in cui il padre e il fratello Mutassim restavano uccisi, il braccio destro del rais è stato dato a volte per morto, altre volte in fuga nei paesi limitrofi (si era parlato insistentemente del Niger) aiutato dai mercenari. Ultimo del clan Gheddafi a restare vivo in patria, Saif, con lo scoppio della rivolta si è trasformato da ‘colomba’ in uno dei principali artefici della feroce repressione contro gli oppositori, sorprendendo un po’ tutti. Questo potente ingegnere 43enne che ha studiato in Austria e Gran Bretagna era infatti noto come il più illuminato e riformista della famiglia del rais. Sfrontato, colto, abile oratore, preferito dai libici ai suoi sette fratelli, Saif in passato si era imposto come il principale interlocutore dell’Occidente nei complessi rapporti internazionali della Grande Jamahirya ed era stato a lungo a capo di una potente ong umanitaria, la Fondazione Gheddafi. Poi, nel 2008, il ritiro ufficiale dalla politica e l’accesa rivalità con Mutassim per la successione al Colonnello lo avevano un pò emarginato senza però intaccarne l’influenza politica. Con lo scoppio della rivolta Saif è tornato protagonista imponendosi come il volto della ‘resistenzà, ribadendo al mondo intero che nè lui, nè il padre avrebbero mai lasciato la Libia. All’inizio di settembre, uno dei suoi gridi di battaglia ha interrotto i negoziati che il fratello Saadi stava intavolando con le forze del Cnt. Saadi, pochi giorni dopo, ha ripiegato in Niger. Saif è rimasto, fino alla fine. Fino a quando sulla parabola di Gheddafi non sono scesi i titoli di coda.

Native

Articoli correlati