Migranti, tensione a Kos, il sindaco: rischiamo un bagno di sangue
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Migranti, tensione a Kos, il sindaco: rischiamo un bagno di sangue

Secondo il sindaco dell'isola greca, la situazione rischia di degenerare a fronte del massiccio arrivo di migranti nelle ultime settimane in quest'isola altamente turistica.

Migranti, tensione a Kos, il sindaco: rischiamo un bagno di sangue
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11 Agosto 2015 - 17.32


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Continuano le tensioni a Kos. Alcuni poliziotti hanno colpito con i manganelli i migranti presenti sull’isola greca per contenere una ressa. Solo ieri le autorità greche avevano annunciato la sospensione di un agente in servizio a Kos perchè filmato mentre schiaffeggiava un migrante.

Oggi centinaia di persone, soprattutto afgane e siriane arrivate dalla vicina Turchia, sono state trasferite in uno stadio di calcio locale, dopo aver soggiornato per settimane lungo le strade e le spiagge dell’isola. Secondo quanto riferito da una fonte di polizia di Atene, ci sono state “tensioni” quando i migranti hanno cercato di entrare nella stazione di polizia per la procedura di registrazione amministrativa, mentre gli agenti erano pronti a eseguirla nello stadio. La fonte non ha confermato l’uso di manganelli. Oltre ai manganelli, un fotografo della France presse ha visto altri agenti usare estintori per respingere i migranti.

Il sindaco di Kos, Giorgos Kyritsis, ha avvertito che, se non verranno presi subito rimedi, «la situazione sfuggirà di mano e scorrerà il sangue». Secondo Kyritsis, come riferisce To Vima online, sull’isola vi sono ormai oltre 7.000 migranti arrivati clandestinamente in territorio greco e le autorità locali non sono in grado di affrontare da sole i problemi connessi. Il sindaco ha inoltre chiesto al governo di trasferire altrove gran parte dei 7.000 immigrati e di dispiegare sull’isola forze speciali di polizia per evitare «situazioni estreme». Kyritsis ha anche denunciato il fatto che – con circa 600-800 nuovi arrivi ogni giorno – per il personale disponibile sull’isola è praticamente impossibile effettuare nello stesso tempo l’identificazione dei migranti e la protezione delle frontiere marittime.

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