L'Isis incendia un ospedale a Sirte: è strage
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L'Isis incendia un ospedale a Sirte: è strage

Il primo ministro del governo libico di Tobruk, Abdullah al-Thinni, ha accusato i jihadisti dello Stato Islamico (Is) di "compiere atti di genocidio" a Sirte.

L'Isis incendia un ospedale a Sirte: è strage
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14 Agosto 2015 - 12.17


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Sono almeno 106 le persone che sono state uccise in tre giorni di scontri a Sirte, in Libia, tra lealisti dello Stato Islamico (Is), un gruppo rivale di militanti salafiti che appartiene alla tribù Firjan e giovani rivoltosi locali. Lo rende noto l’emittente al-Arabiya citando funzionari locali a condizione di anonimato.

Sirte, città natale del defunto colonnello Muammar Gheddafi, dista 450 chilometri a est di Tripoli. A giugno è caduta in mano all’Is e da giorni è teatro di scontri tra i giovani locali alleati con i salafiti che avevano dichiarato guerra agli uomini dell’autoproclamato Califfato islamico dopo l’uccisione del loro leader, Khalid bin Rajab Al-Firjani.

Il primo ministro del governo libico di Tobruk, Abdullah al-Thinni, ha accusato i jihadisti dello Stato Islamico (Is) di “compiere atti di genocidio” a Sirte.

In un comunicato postato online, il premier dell’unico governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale ha quindi chiesto alle Nazioni Unite di togliere l’embargo sulle armi imposto alla Libia dopo la rivolta del 2011 che ha portato alla deposizione e all’uccisione di Gheddafi.

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L’Isis incendia un ospedale. Lo Stato Islamico avrebbe preso il controllo di un ospedale e poi l’avrebbe incendiato nel quartiere numero 3 di Sirte in Libia, l’unico ancora non in mano ad affiliati locali allo Stato Islamico. Lo riferisce il canale satellitare Al Arabiya citando una fonte locale che parla anche di 106 persone morte della tribù Ferjani, nel corso degli scontri tra gli abitanti e i combattenti dell’Isis, che circondano la città da più di 4 giorni.

E’ sterminio. “Nella città di Sirte i civili sono vittime di un progetto di sterminio di massa perpetrato dall’Isis che sta bombardando la città in modo indiscriminato”, è la denuncia fatta su Twitter dal “Comitato nazionale per la difesa dei diritti umani”, un’organizzazione non governativa di attivisti libici. Gli scontri sono scoppiati lunedì dopo l’uccisione da parte dei jihadisti dell’Isis del leader salafita Khalid Ben Rijab.


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