Orban: se ne frega e accelera col muro
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Orban: se ne frega e accelera col muro

Centinaia forzano cordoni. Molti ripresi,altri fuggono tra campi, intanto il premier: servono operai, dobbiamo terminare il muro il prima possibile.

Orban: se ne frega e accelera col muro
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8 Settembre 2015 - 11.21


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Bisogna “accelerare” la costruzione del muro al confine con la Serbia, dove servono più operai: lo ha detto il premier ungherese Viktor Orban al quotidiano Magyar Idok. Ieri Orban ha visitato a sorpresa la zona di confine dove viene eretto il muro anti-migranti. Il 15 settembre è il termine annunciato per la fine dei lavori.

Anche oggi scontri, fughe e caos. Il premier ungherese tuona contro i profughi e l’Europa “chiuda le frontiere o arriveranno a milioni”. La nuova cortina di ferro che sta alzando al confine meridionale con la Serbia non ferma la marea di migranti. Sono tanti quelli che vengono inseguiti, bloccati, riportati nei campi, ma tanti altri riescono a fuggire tra i campi.

E anche oggi nei pressi di Roszke, l’ennesima “grande fuga”

La situazione è infatti drammatica. Nel “centro di identificazione” provvisoriamente allestito in uno spiazzo di terra circondato da campi di granturco, in aperta campagna, decine di volontari ungheresi e austriaci che portano generi di prima necessità e medicinali. “Temiamo ci sia anche qualche caso di tubercolosi”, dice un attivista prima di inoltrarsi nel campo per distribuire gli aiuti.

“Ci prenderanno le impronte digitali?”, chiedono una madre ed un figlio fuggiti da Idlib, in Siria, assieme alla famiglia composta da altre 8 persone, tra cui tre bimbi e tre anziani.

“Non vogliamo rimanere qui, vogliamo andare in Austria o Germania, perché ci devono identificare?”, si lamenta il giovane consapevole che in caso di identificazione saranno costretti a rimanere in terra ungherese per chissà quanto tempo.

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