Gli esperti di geopolitica e di intelligence sono d’accordo: con l’operazione lanciata oggi in Siria la Francia non mira ad arginare l’esodo di profughi, né a rafforzare la coalizione anti-Isis. Il motivo che sta dietro all’azione dei caccia francesi è quello di neutralizzare un gruppo preciso di combattenti che starebbe preparando attentati devastanti sul territorio francese.
“Abbiamo informazioni precise – ha spiegato un alto funzionario a Le Nouvel Observateur – su un gruppo di Daesch che prepara attentati contro la Francia”. La neutralizzazione di tale gruppo, secondo le fonti, e’ l’unico obiettivo di Parigi.
Hollande: “Assad se ne vada” – Per il presidente francese comunque, una delle condizioni è che Bashar Assad “se ne vada”. O sia “neutralizzato”, come aveva ripetuto giorni fa lasciando intendere una soluzione più morbida. Ma Mosca, che resta ferma sulle posizioni, ha fatto sapere di non voler nemmeno “nominare” presidenti di altri Paesi. E in ogni caso di non aver intenzione di “licenziarli, né da soli, né cospirando con altri”.
Dopo i raid in Iraq Parigi interviene anche in Siria – La pressione politica e mediatica della crisi dei migranti ha spinto Hollande a cambiare la sua strategia contro l’Isis in Siria. Da un anno, Parigi partecipa infatti ai raid aerei della coalizione internazionale in Iraq, ma aveva fin qui rifiutato di intervenire in Siria, seguendo la linea del “né con Assad, né con l’Isis”.
Un padre teme che i due figli siano nella lista bersagli della Raf– Un padre britannico, i cui due figli si sono uniti allo Stato islamico in Siria, teme che i loro nominativi siano stati inseriti nella ‘kill list’, l’elenco delle persone da eliminare con attacchi mirati, del governo di Londra.
Ahmed Muthana lo ha dichiarato al Guardian dopo che ieri il premier David Cameron ha rivelato che due cittadini britannici membri dell’Isis sono stati uccisi da un drone della Raf nel Paese del Medio Oriente ad agosto.
Il bersaglio principale del raid era il 21enne di Cardiff Reyaad Khan, amico e compagno di scuola proprio del figlio di Ahmed, Nasser Muthana, 21 anni, che e’ andato in Siria col fratello 18enne Aseel. “Sono terrorizzato perche’ i miei figli sono li’, non penso che li rivedro’ mai piu'”, ha detto il padre.