Lavori forzati per il muro anti-migranti di Orban

Il premier assicura che dal 15 settembre, quando entrerà in vigore la nuova normativa sull'immigrazione, i migranti che entreranno illegalmente in Ungheria saranno arrestati.

Lavori forzati per il muro anti-migranti di Orban
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11 Settembre 2015 - 17.15


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Prosegue incessante l’esodo verso l’Ungheria: nel corso delle ultime 24 ore sono entrati altri 3.226 migranti e profughi dalla vicina Serbia. Si tratta in maggioranza di siriani, afghani, iracheni, pachistani. Ma c’è anche la rotta balcanica: circa 7.600 migranti e profughi, provenienti in prevalenza dalla Siria, sono entrati nelle ultime ore in Macedonia dalla Grecia. Intanto, per finire la costruzione del muro al confine con la Serbia, vengono utilizzati anche detenuti. Sono una cinquantina, tutti in uniforme grigia. Un gruppo viene inquadrato in linee da dieci e inviato a piedi verso l’area dove la barriera non e’ stata ancora ultimata. Avanzano tra due ali di poliziotti, seguiti da militari armati di Ak47 e da due camion per il trasporto di materiali e persone. Marciano e avanzano. Hanno volti scuri e preoccupati. Sembrano voler dire qualcosa, ma la polizia ammonisce loro e i giornalisti. “No interviste!”

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A Horgos, in Serbia, i migranti arrivano con gli autobus. E il premier ungherese Viktor Orban, conservatore, ha assicurato che “dal 15 settembre, quando entrerà in vigore la nuova normativa più restrittiva sull’immigrazione, i migranti che entreranno illegalmente in Ungheria saranno arrestati. I migranti – ha lamentato il premier conservatore – si rifiutano di collaborare con le autorità, non si vogliono registrare e assediano le stazioni ferroviarie”.

Ieri la Danimarca ha sbloccato i treni con la Germania ma l’Austria ha interrotto il transito ferroviario “da e per” l’Ungheria a causa di un imminente “sovraccarico” per l’afflusso di migranti.

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Maggiori aiuti da parte della Ue per fronteggiare l’emergenza migranti sono stati sollecitati dai ministri dell’interno di Serbia e Ungheria, incontratisi a Subotica, nel nord della Serbia a ridosso della frontiera fra i due Paesi. “Noi ci aspettiamo un appoggio da parte della Ue per risolvere questo problema, poiché né Serbia né Ungheria possono farlo da sole, e questo sia in termini finanziari che di capacità logistiche”, ha detto il ministro dell’interno serbo Nebojsa Stefanovic al termine di un colloquio con il collega magiaro Sandor Pinter. Entrambi hanno espresso la volonta’ di rafforzare la collaborazione nella crisi migratoria. La Serbia, ha detto Stefanovic, concederà l’asilo a coloro che ne hanno diritto e ne fanno domanda, mentre lascerà proseguire il viaggio a tutti quelli che intendono raggiungere i Paesi del nord Europa. Per Pinter, l’Ungheria vorrebbe che il problema si risolvesse ai confini dell’area Schengen, distinguendo tra coloro che hanno diritto all’asilo e i migranti economici, che non hanno diritto a entrare nella Ue.

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