Nelle ultime settimane, l’attenzione del mondo è stata attirata dal flusso di migranti e rifugiati provenienti da Africa e Medio Oriente, che cerano di farsi strada in tutta Europa. Principalmente sono arrivati all’isola greca di Lesbo, vicino alla terraferma turca. Dall’inizio di questa estate, decine di migliaia di migranti, di cui circa il 70 per cento è di origine siriana, hanno affrontato la traversata: sei miglia dalla Turchia in piccole barche da pesca o zattere gonfiabili. Per questo viaggio, i migranti pagano i loro trafficanti in media 1500 dollari a persona, oppure un po’ di più se vogliono la sicurezza di affrontare la traversata con un salvagente.
Questa marea umana ha completamente travolto e stravolto – è il caso di dirlo – le autorità locali, così come la rudimentale rete sociale e i servizi dell’isola. Quando Paolo Pellegrin ha visitato Lesbo ai primi di settembre, ben 20 mila migranti erano in attesa di ottenere i documenti di registrazione che avrebbero permesso loro di continuare il viaggio verso il continente europeo. Si tratta di un processo una volta rapido che oggi però può richiedere fino a due settimane. Mentre aspettano, molti dei migranti dormono nei parchi comunali o in terreni abbandonati o lungo passeggiate affollate dai turisti dell’isola, senza accesso a servizi igienici e acqua corrente.
Si registrano crescenti tensioni tra i diversi gruppi di migranti. Molto di questo rancore è stato diretto ai siriani, che gli altri si contendono per ricevere un trattamento preferenziale. All’inizio di questo mese, Pellegrin è stato testimone di un corpo a corpo tra migranti afghani e siriani che è stato finalmente interrotto da poliziotti in borghese e armati di manganelli.
I paesi europei hanno affrontato la crisi dei migranti in una varietà di modi, dall’adottare politiche di asilo più liberali in nazioni come la Germania e la Francia alla costruzione di recinzioni sormontate da filo spinato in Ungheria e Bulgaria. Solo negli ultimi giorni, alcune nazioni hanno cercato di affrontare “la vergogna d’Europa”, rendendo il viaggio dei migranti in tutto il continente più ordinato e umano, con stazioni di alimentazione erette nei terminal di treni e autobus. Altri hanno solo dimostrato la loro insensibilità.
[Tratto dal New York Times]