Ungheria, lacrimogeni contro i migranti
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Ungheria, lacrimogeni contro i migranti

Mentre in migliaia sono ancora bloccati al confine serbo-ungherese si cercano nuove vie. Centinaia di arrivi in Grecia.

Ungheria, lacrimogeni contro i migranti
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16 Settembre 2015 - 12.13


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Sono scoppiati incidenti a Horgos, davanti al muro al confine con la Serbia. Gruppi di migranti esasperati hanno cercato di abbattere il filo spinato e hanno lanciato pietre contro i poliziotti. In un clima di grande tensione, i migranti hanno lanciato coperte sul filo spinato cercando poi di abbatterlo tirandole. La polizia ha rafforzato il presidio indossando tenute antisommossa.

All’indomani della chiusura delle frontiere ai migranti decisa dalle autorità ungheresi, un primo gruppo di rifugiati a bordo di un autobus proveniente dalla Serbia meridionale ha raggiunto il confine con la Croazia, nuova porta di ingresso nell’Unione Europea.

Intanto al confine con l’Ungheria centinaia di persone hanno trascorso la notte all’aperto o all’interno di tende improvvisate. Nella regione di confine è stato proclamato lo stato di emergenza dalle autorità ungheresi, che hanno dispiegato centinaia di militari ed agenti di polizia per garantire il rispetto delle nuove dure leggi anti-migranti.

La polizia ungherese ha annunciato oggi di aver arrestato 367 migranti che tentavano di entrare illegalmente nel paese: lunedì, prima che le nuove norme entrassero in vigore 9.380 persone sono entrate in Ungheria.

Alcune migliaia di migranti e profughi sono ancora bloccati a Horgos in territorio serbo, nella terra di nessuno al confine con l’Ungheria, sigillato dalle autorita’ di Budapest con una barriera di metallo e filo spinato. Nella tarda serata gruppi di migranti, sopratutto donne e bambini, avevano accettato di recarsi nel centro di prima accoglienza di Kanjiza, per passare la notte al riparo. Unhcr ha inviato alcuni autobus per dar modo a chi volesse di dormire al chiuso. Gli altri sono rimasti davanti al muro, dormendo sull’asfalto o sotto le piccole tende montate nei campi circostanti. Il ministro dell’interno serbo Nebojsa Stefanovic si e’ recato sul posto ieri sera, affermando di volersi mettere in contatto oggi con le autorita’ ungheresi per tentare di sbloccare la situazione. Intanto alcuni autobus di migranti provenienti dal sud della Serbia sono giunti al posto di confine serbo-croato di Sid, a conferma che i profughi in Marcia sulla rotta balcanica – per raggiungere Germania e nord Europa – si starebbero orientando a seguire itinerari alternativi per aggirare il muro ‘difensivo’ dell’Ungheria.

Cresce la preoccupazione in Grecia dopo la decisione tedesca di rafforzare i controlli sui migranti alla frontiera con l’Austria: secondo la stampa ellenica ad Atene si teme che la decisione possa far si’ che migliaia di persone che intendono raggiungere la Germania o altri paesi del Nordeuropa possano restare invece “intrappolate” in Grecia, dove i servizi di accoglienza sono già allo stremo. Mentre continuano gli arrivi sulle isole dell’Egeo dalla vicina Turchia, fonti del governo dicono al quotidiano Kathimerini che Atene, in estrema difficolta’ di fronte alla migrazione di massa da oriente, ha assoluta necessita’ di ricevere i milioni di euro promessi dall’Ue per creare i cosiddetti ‘hotspot’. Ieri il premier ad interim Vassiliki Thanou, in visita all’isola di Lesbos, da settimane luogo di approdo di migliaia di persone, ha detto che questi due centri sorgeranno nell’Attica, la regione di Atene, e presso Salonicco, nel nord del Paese. Durante la visita di Thanou, la Guardia costiera ellenica stava ancora cercando superstiti di un naufragio avvenuto nei pressi dell’isola di Farmakonissi. I soccorritori hanno recuperato 34 corpi tra cui quelli di 15 bambini.

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