Nella capitale federale la permanenza del Papa sarà ricca di eventi. Mercoledì Francesco sarà ricevuto alla Casa Bianca, poi incontrerà i vescovi Use e presiederà la Canonizzazione del Beato Junipero Serra. Giovedì incontrerà i senza tetto e parlerà a Capitol Hill, il parlamento degli States.
Venerdì a New York attendono Bergoglio impegni importanti: il discorso all’Assemblea generale dell’Onu, riunita al Palazzo di Vetro, che visita dopo Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, e la preghiera al “Ground Zero” per le vittime dell’11 settembre 2001. Davanti al Madison Square Garden di New York troneggia il murale più alto del mondo: l’immagine di Francesco è lunga 54 metri. Il dipinto del quarantunenne Van Hecht-Nielsen, artista convertitosi al cattolicesimo, recita “Welcome Pope Francis” e darà effettivamente il benvenuto al Pontefice quando mercoledì nello Stadio sulla settima Avenue celebrerà la Santa Messa.
Sabato infine Francesco andrà a Philadelphia dove ad aspettarlo ci saranno le famiglie provenienti da tutto il mondo, venute nella città della Liberty Bell per l’XVIII Meeting mondiale che il Papa ha salutato in un breve videomessaggio. “Non vedo l’ora di salutare i pellegrini e il popolo di Philadelphia”, Vengo da voi perché siete lì” confida il Papa.
“Tutte le principali testate nazionali e locali – segnala Radio Vaticana – salutano l’arrivo in terra americana del Papa. Ci si interroga sul fronte politico, Francesco per la prima volta nella storia del Paese sarà un Papa che parlerà al Congresso, si ipotizzano i temi che affronterà anche alle Nazioni Unite, in testa quello dell’immigrazione, l’ambiente, l’economia e la famiglia tema e motivo del viaggio negli Stati Uniti. Il Papa e’ atteso da tutto il Paese non solo dai cattolici, ribadiscono per le vie delle città”. Per l’occasione sono stati creati siti internet, applicazioni per i cellulari ed anche canali televisivi che 24ore su 24 racconteranno ogni tappa di questo decimo viaggio pastorale internazionale. Migliaia i volontari impegnati.
Ultimi preparativi anche Philadelphia dove domani inizia anche il Meeting Mondiale delle Famiglie e si attende l’arrivo del Papa il sindaco Michael Nutter ribadisce che tutto è pronto e sottolinea che oltre un milione di persone stanno confluendo nella città della Liberty Bell.
La nostra rivoluzione è la tenerezza. “Generazione dopo generazione, giorno dopo giorno, siamo invitati a rinnovare la nostra fede. Siamo invitati a vivere la rivoluzione della tenerezza”. Lo ha detto papa Francesco nella messa a Santiago nel santuario della Virgen de la Caridad del Cobre, patrona di Cuba, da lui chiamata “Madre della Carità”. “Siamo invitati a ‘uscire di casa’ – ha detto il Papa nella sua ultima tappa a Cuba prima della partenza per gli Stati Uniti – a tenere gli occhi e il cuore aperti agli altri”.
Nell’omelia di oggi ha detto: vogliamo “una Chiesa che sappia accompagnare tutte le situazioni ‘imbarazzanti’ della nostra gente”. “Vogliamo essere una Chiesa che serve, che esce di casa, che esce dai suoi templi e dalle sue sacrestie – esorta il Pontefice – per accompagnare la vita, sostenere la speranza, essere segno di unità. Vogliamo essere una Chiesa che esca di casa per gettare ponti, per abbattere muri, per seminare riconciliazione”. Ha incalzato: “Vogliamo essere una Chiesa che sappia accompagnare tutte le situazioni ‘imbarazzanti’ della nostra gente, impegnati nella vita, nella cultura, nella società, non nascondendoci ma camminando con i nostri fratelli”.
Fitto, non si dimentichino crimini castrismo. “Spero che Chiesa e media siano più attenti ai perseguitati dal regime per ragioni religiose o politiche”. Lo ha affermato in una nota il leader dei Conservatori e Riformisti Raffaele Fitto che, a proposito della visita del Papa a Cuba, invita a “non dimenticare crimini del regime comunista castrista, con valanga di innocenti costretti per decenni a morte, galera, esilio”.
“Da credente, comprendo la scelta di Papa Francesco di tentare di far arrivare la voce della Chiesa anche in luoghi e in situazioni difficili, non di rado anche con un linguaggio e con contenuti che segnano una profonda discontinuità. È evidente che per il Pontefice si tratti di una scelta, nella profonda consapevolezza del fatto che tutto questo, accanto a benefici in termini di popolarità e consenso, abbia però anche dei costi che non possono essere negati o sottovalutati. Essere ‘applauditi dal mondo’ non è necessariamente o sempre la cosa migliore per la Chiesa” ha detto Fitto che ha aggiunto: ” al di là di queste riflessioni che riguardano la coscienza e la cultura di ciascuno, mi piacerebbe che tutti si battessero a viso aperto per tutti coloro che sono stati e sono ancora perseguitati dal regime comunista castrista: perseguitati per le loro convinzioni religiose o perseguitati perche’ in dissenso politico dal regime”.