Michelle Obama contro Trump: perché no al cibo sano a scuola?

Il miliardario in nome del business ha cancellato i programmi per combattere l'obesità: la lobby delle mense aveva fartto pressione

I Trump e gli Obama al passaggio di consegne alla Casa Bianca
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13 Maggio 2017 - 11.51


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La storia è nota: il business, per essere vero business, non vuole troppe regole. Anzi, non ne vuole affatto. Così la lobby delle mense scolastiche – in nome del business – ha ottenuto che l’affarista Trump abolisse le norme che obbligassero a pasti più genuini. E adesso Michelle Obama ha tuonato contro Donald Trump. In una rara presa di posizione pubblica, pur senza citare direttamente il presidente degli Stati Uniti, l’ex first lady ha criticato le nuove regole nutrizionali per i pranzi a scuola, regole che allentano i requisiti finora in vigore e che avevano l’obiettivo di combattere l’obesità infantile, battaglia portata avanti in prima persona da Michelle negli otto anni di mandato del marito.
“Perché non volete che i nostri bambini abbiano cibo sano a scuola? – ha chiesto la moglie di Barack Obama durante il summit annuale a Washington della “Partnership for a healthier America” – Cosa c’è di sbagliato? E perché questo è un tema di parte?”.
“Mamme, pensateci – ha continuato Michelle Obama, con a fianco sul palco l’ex chef della casa Bianca, Sam Kass, che nei giorni scorsi ha accompagnato a Milano il marito – Non mi importa lo stato in cui vivete, basta con l’equazione, vi piaccio, non vi piaccio, ma pensate perché a qualcuno sta bene che i vostri figli mangino schifezze. ‘Tenete le famiglie ignoranti. Non avete bisogno di sapere quello che c’è nel cibo’, questo è quello che sto sentendo”.
Quindi, l’ex first lady ha assicurato che continuerà la sua battaglia: “Il mio impegno su questi temi è reale. Ho scelto questo tema, perché, da madre, ho una profonda passione….Continuerò a lavorare su questo”. Concluso il suo intervento, Michelle Obama ha poi twittato: “Felice di essere tornata al PHA summit. Nessuno dovrebbe fare politica sulla salute dei nostri bambini, glielo dobbiamo. Facciamo sentire la nostra voce”.

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