In Corsica vincono i nazionalisti: ora più autonomia da Parigi
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In Corsica vincono i nazionalisti: ora più autonomia da Parigi

Il risultato del ballottaggio è del 56,9% per la coalizione nazionalista 'Pé a Corsica': nessuna richiesta di indipendenza ma il riconoscimento dell'identità corsa

Vittoria dei nazionalisti corsi
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10 Dicembre 2017 - 20.14


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Non separatisti, anche se il separatismo è un sentimento non così raro nell’isola che fu italiana e poi è diventata francese. Ma sicuramente non più sotto il tallone centralista di Parigi che con la sua politica aveva addirittura minacciato la sopravvivenza della lingua corsa (che è un comprensibilissimo dialetto italiano, anche se per loro è lingua) Nasce la nuova Corsica: l’assemblea unica dell’isola – che la riforma ha previsto in funzione dal primo gennaio – è a stragrande maggioranza nazionalista.
“È un grandissimo risultato, adesso vogliamo più autonomia”, esultano Jean-Guy Talamoni e Gilles Simeoni, alleati e al governo dal 2015. Per loro le ambizioni di una Corsica indipendente dalla Francia sono acqua passata, come gli attentati e gli uomini incappucciati: “Abbiamo bisogno di tutti – dicono – c’è un Paese da costruire”.
Il risultato del ballottaggio, secondo gli exit-poll, è del 56,9% per la coalizione nazionalista ‘Pé a Corsica’, che aveva già trionfato al primo turno con il 45,36%. Sul sindaco di Bastia, Simeoni, e sull’ex combattente indipendentista Talamoni, oggi presidente dell’Assemblea di Corsica, sono piovuti al secondo turno anche i voti che al primo aveva preso il partito dei ‘duri’, l’indipendentista ‘U Rinnovu’. Si sapeva che, dopo aver racimolato appena il 6,69% al primo turno, non avrebbero fatto dichiarazioni di voto a favore dei moderati, ma Paul-Felix Benedetti, il loro leader e capolista, aveva esultato per il fatto che “dei nazionalisti” avessero “ottenuto la maggioranza assoluta”.
Amplificato dal premio elettorale per questo scrutinio, che è avvenuto con il proporzionale, il successo dei nazionalisti è senza discussioni. Le altre liste rimaste in lizza – la destra regionalista di Jean-Martin Mondoloni, i Republicains di Valerie Bozzi e i macronisti de La Republique en Marche di Jean-Charles Orsucci – sono state surclassate e hanno finito la corsa con distacchi enormi. In termini di seggi, sul totale di 63, ai nazionalisti ne andrebbero ben 42, un risultato storico.
Se la Catalogna è lontana e di staccarsi dalla Francia non si parla più da tempo, la prospettiva del trionfo della coalizione ‘Pé a Corsica’ è comunque ambiziosa e articolata fin dalla campagna elettorale su tre rivendicazioni: amnistia per i cosiddetti “prigionieri politici”, lingua corsa con pari diritti del francese e varo dello status di residente corso, per far fronte all’invasione immobiliare sull’isola, stando a quanto proclamato durante i comizi. Dallo scrutinio di oggi nasce la nuova collettività territoriale unica – 63 consiglieri con mandato di 3 anni e mezzo, fino al 2021 – che prenderà il posto dei due consigli dipartimentali esistenti e della Regione.

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