Razzismo in Israele: il governo vuole espellere le lavoratrici filippine con i figli nati nel paese
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Razzismo in Israele: il governo vuole espellere le lavoratrici filippine con i figli nati nel paese

Il decreto riguarderebbe solo 36 donne e 50 bambini, ma si creerebbe un precedente pericoloso: la denuncia dei capi delle chiese cattoliche

Donne filippine
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4 Agosto 2019 - 10.46


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I Capi delle Chiese cattoliche hanno espresso una “profonda preoccupazione” per la decisione delle autorità di espellere le donne filippine il cui visto in Israele è scaduto (in seguito alla fine del contratto come badanti) insieme ai figli, anche quelli nati in Israele. 
Anche se il visto di lavoro delle madri e’ terminato – notano i religiosi – i bambini hanno sviluppato un forte legame con Israele. Visto il loro numero “relativamente esiguo”, forse – ipotizzano – potrebbero beneficiare di una forma di “clemenza”. Da parte sua il giornale Israel ha-Yom conferma che al momento si tratta di 36 madri filippine con 50 figli in tutto. Ma se si creasse un precedente – avverte – esso potrebbe essere sfruttato da migliaia di bambini di migranti per lo più africani i quali si trovano in Israele in forma irregolare.
Fra i firmatari di un comunicato stampa figurano l’arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme; il vescovo Giacinto Boulos Marcuzzo, Patriarca vicario per Gerusalemme e la Palestina e padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa.

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