Salvini perde la testa e attacca Mattarella: "Non era meglio il voto?"
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Salvini perde la testa e attacca Mattarella: "Non era meglio il voto?"

Capitan Nutella, come un coniuge tradito, affida il suo sfogo scomposto alle dirette video: "Ci vedremo in Senato per la fiducia..."

Io sono Matteo Salvini
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4 Settembre 2019 - 15.34


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Un attacco a testa bassa, scomposto: “Presidente Mattarella, lei parlava di un governo di lunga durata, di grande respiro, con solidi principi e un programma comune, non le viene da ridere, da sorridere?”.
Così Matteo Salvini nel corso di una diretta Facebook. “Non era meglio chiamare al voto 60 milioni di italiani, non 60mila militanti del sì sulla piattaforma Rousseau?”, domanda ancora Salvini.
“Poi è arrivata telefonata da Berlino ‘si fa così’, da Parigi ‘si fa così’ e da Bruxelles ‘si fa così'”, accusa il leader della Lega.

E poi: “Seguite questa pagina, perché nei prossimi gironi daremo voce a voi e tireremo fuori tutte le beghe di questo governo, scandalini, scandaletti, conflitti di interessi, contraddizioni, denunce”. Parlerà anche si Arata, Siri e Savoini?

Così Matteo Salvini nel corso di una diretta Facebook. “Non manca niente”, assicura Salvini.
Poi il leader della Lega promette che “ci vedremo lunedì o martedì in Senato per la fiducia, e li guarderò in faccia, i senatori Pd e 5Stelle, che si sono insultati, querelati e si sono anche picchiati fino a qualche tempo fa, e ora vanno a braccetto nel consiglio dei ministri”.
Le dichiarazioni della mattinata

Ha fatto tutto lui. Era al governo, era ministro, era avanti nei sondaggi e per un colpo di testa -che non è chiaro neppure ai suoi fedelissimi- si è ritrovato senza più nulla. Se qualcuno pensa ancora sia un grande stratega, significa che di politica non è capite nulla. 
Un governo nato tra Parigi e Berlino e dalla paura di mollare la poltrona, senza dignità e senza ideali, con persone sbagliate al posto sbagliato”.

Così Matteo Salvini, in una nota arrivata subito dopo la lista dei ministri comunicata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. “Lavoriamo – assicura il leader della Lega – come e più di prima, non potranno scappare dal giudizio degli Italiani troppo a lungo: siamo pronti, il tempo è galantuomo, alla fine vinceremo noi”.

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