Oxfam: "I fondi Ue per l'Africa per bloccare i migranti e non per aiutare lo sviluppo"

Negli ultimi quattro anni un miliardo di euro sottratto all'uso umanitario per finanziare la Guardia costiera libica e le politiche nazionali di brutale repressione dei migranti

Rapporto Oxfam
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

30 Gennaio 2020 - 09.04


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Un j’accuse possente che chiama in causa l’Europa e l’Italia. Un nuovo capitolo del grande libro sulla vergogna libica. A tre anni dall’Accordo Italia-Libia  sul contenimento dei flussi migratori e dal summit Ue della Valletta – che ne avvallò la linea politica – gli aiuti europei per lo sviluppo dei Paesi africani vengono spesi sempre più per chiudere le frontiere, soffocare la migrazione e favorire i rimpatri dei migranti in Africa. Nel caso della Libia, in particolare, si è trattato di risorse usate per la Guardia costiera, che si è rivelata complice dei trafficanti di esseri umani lungo la rotta del Mediterraneo centrale e ha operato in mare per riportarein tre anni, circa 40 mila uomini, donne e bambini innocenti verso i “lager libici”, dove sono quotidianamente esposti a torture e abusi indicibili.

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È la denuncia diffusa oggi da Oxfam nel nuovo rapporto “Il Trust Fund Ue per l’Africa tra difesa delle frontiere e politiche di aiuto”, che rivela come negli ultimi 4 anni oltre 1 miliardo di euro, il 26% degli aiuti totali del Trust Fund siano stati deviati dal loro scopo umanitario per finanziare politiche nazionali di brutale contenimento dei flussi migratori.

 

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Nessuna priorità per la creazione di canali regolari per i migranti

Nello stesso periodo, solo 56 milioni di euro – meno dell’1,5% del valore totale del Trust Fund – sono invece serviti a finanziare canali migratori regolari. 

Degli oltre 4,5 miliardi di euro stanziati per i 26 paesi africani beneficiari 328 milioni sono stati destinati alla Libia che risulta essere quindi il principale paese destinatario delle risorse, prima di Somalia e Niger. Di questi 328, 160,13 milioni sono esplicitamente stati usati per la gestione dei flussi migratori e il rafforzamento delle frontiere. Un impegno di risorse, sul punto, doppio rispetto agli stanziamenti verso gli altri Paesi destinatari.

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Una gestione dunque tesa molto più a impedire gli arrivi che a creare le condizioni per evitare morti in mare e violazioni di diritti umani in Libia, di cui l’Italia è parte in gioco. Non solo per aver finanziato l’accordo Italia-Libia, ma per aver avuto gestione diretta delle risorse del Trust Fund: in particolare 77,3 milioni dal Ministero degli Interni per programmi di gestione dei flussi migratori e controllo dei confini; solo 22 milioni dal Ministero degli Esteri (attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) per programmi di sviluppo socio economico dei paesi africani.

 

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Volendo bloccare le migrazioni ad ogni costo, i governi europei adottano politiche di corto respiro che fanno male a chi ha più bisogno. Ai paesi africani sono di fatto negati gli aiuti che dovrebbero ridurre la povertà, prevenire i conflitti e migliorare le loro condizioni di vita – ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per la crisi migratoria di Oxfam Italia – La natura flessibile del Trust Fund, consente infatti ai singoli stati di perseguire le loro priorità di politica interna, chiudendo i confini e accelerando i rimpatri. Il risultato è che finiscono in secondo piano gli obiettivi di miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni africane, di sviluppo e crescita economica, che possono alla radice prevenirne la necessità di migrare”.

 

Aiuti condizionati alla riduzione dei flussi migratori

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Il rapporto denuncia inoltre la gravità di un approccio di fondo preoccupante, dal momento che il successo dei progetti di sviluppo è sempre di più misurato in base a quanto riesce a contenere le migrazioni e non in base ai benefici che genera per le comunità.  Quando la strategia di sviluppo è legata a obiettivi di politica interna europea, si perde di vista la centralità che devono avere la resilienza, lo sviluppo economico e la mobilità umana, fattori chiave per contribuire a migliorare la vita delle persone in Africa.

 

“La mobilità umana e lo sviluppo sostenibile vanno di pari passo. Quando le persone hanno la possibilità di viaggiare e lavorare, diventano possibili l’innovazione, la crescita economica, lo sviluppo e la resistenza ai rischi. – aggiunge  Pezzati – Tuttavia, molti progetti nell’ambito del Trust Fund fanno più male che bene, ostacolando attivamente la migrazione invece di riconoscerne le cause. Inoltre, questa pressione sta causando notevoli tensioni tra l’Unione Europea e le nazioni africane, limitando il potenziale diplomatico dell’Europa di promuovere la democrazia, il rispetto dei diritti umani e lo spazio di partecipazione civile in paesi estremamente fragili”.

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Di fronte a tutto questo, Oxfam chiede quindi alle istituzioni dell’Ue e ai suoi stati membri un’inversione di rotta nei metodi di implementazione del Trust Fund per l’Africa, adeguandosi agli obiettivi umanitari e di sviluppo dell’Unione Europea.

 

Migranti usati come scudi umani. 

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Dalla firma dell’accordo Italia-Libia, inoltre il nostro paese, in totale continuità con l’approccio europeo, ha speso la cifra record di 570 milioni euro  per esternalizzare la gestione dei flussi migratori e per finanziare le missioni navali italiane ed europee.

Un considerevole flusso di denaro, speso in parte direttamente nel paese, che purtroppo non ha fatto altro che contribuire a destabilizzare ulteriormente la Libia e spinto i trafficanti di persone a convertire “l’industria del contrabbando e tratta” in “industria della detenzione” con abusi e violenze oramai note a tutti. Come ricordato anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, in un rapporto caratterizzato da toni e contenuti gravi consegnato al Consiglio di Sicurezza il 15 gennaio scorso dove si cita anche l’Accordo Italia Libia. “La Libia da un anno a questa parte sta vivendo una fase molto intensa di conflitto con la capitale sotto assedio. – conclude Pezzati – I migranti sono usati come scudi umani e in alcuni casi sono stati anche arruolati in milizie legate alle parti in conflitto. È urgente un piano di evacuazione dal paese per i migranti detenuti nei centri ufficiali e non ufficiali. Chiediamo che l’Europa trovi subito un accordo per portare fuori dal paese tutte le persone che a vario titolo si trovano lì e mostrino la volontà di richiedere protezione”.

 

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A febbraio il Parlamento italiano è chiamato a rinnovare le missioni militari in Libia. Oxfam chiede di non rinnovarle e di indirizzare il Governo nel revocare l’accordo dal momento che nessun significativo passo è stato fatto dal primo novembre 2019 e che ancora non si ha nessuna notizia delle modifiche che avrebbero dovuto essere concordate bilateralmente prima del 2 febbraio 2020.

Ora la parola passa al Governo italiano. Cosa hanno da dire il duo Conte&Di Maio?

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