Siamo a 636 morti e oltre 31 mila contagiati. Xi al mondo: "Lo sconfiggeremo"
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Siamo a 636 morti e oltre 31 mila contagiati. Xi al mondo: "Lo sconfiggeremo"

Rabbia sui social per la morte del medico cinese che, inascoltato, lanciò l'allarme per primo.

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7 Febbraio 2020 - 07.58


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Il numero dei morti a causa del coronavirus è stato aggiornato a 636 dalla commissione sanitaria nazionale cinese. Sono 31.161 i contagiati. La provincia maggiormente colpita resta quella di Hubei, che ha registrato 69 nuove vittime nelle ultime 24 ore. Dei contagiati, 4.800 sono in gravi condizioni.

Xi rassicura Trump. Il presidente cinese Xi Jinping ha avuto una conversazione telefonica con il presidente Usa Donald Trump, “su richiesta” di quest’ultimo, rimarcano i media di Pechino, incentrata soprattutto sull’emergenza del coronavirus di Wuhan. La tv statale Cctv ha riferito che Xi ha ribadito che la Cina ha “la piena fiducia e la capacità per poter superare l’epidemia del coronavirus” e che il trend positivo dell’economia sul lungo termine “resta invariato”. Xi Jinping ha chiesto agli Usa di “rispondere ragionevolmente” all’emergenza scatenata dall’epidemia del nuovo coronavirus di Wuhan. Secondo i media ufficiali cinesi, i leader hanno convenuto sulla necessità di proseguire l’attuazione della ‘fase uno’ dell’accordo commerciale firmato a Washington il 15 gennaio, impegnandosi a tenere aperti i canali sul fronte della comunicazione e della cooperazione.

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Rabbia sui social per il medico morto. I due hashtag più diffusi su Weibo,
Twitter in mandarino, riguardano la morte di Li Wenliang, il giovane medico che per primo lanciò inascoltato l’allarme sul coronavirus: #vogliolalibertàdiparola, ad esempio, vanta milioni di visualizzazioni. A poche ore dalla sua morte per il contagio, gli utenti di WeChat, l’app di messaggistica, hanno espresso cordoglio e rabbia: dalla tristezza sulla perdita di un “eroe” ai riferimenti al “Senti il popolo cantare” da Les Misérables fino al commento di Li al magazine Caixin: “una società sana non dovrebbe avere una sola voce”. La Cina ha annunciato l’avvio di un’indagine. La Commissione per l’ispezione disciplinare, l’Anticorruzione del Partito comunista cinese (Pcc), spiega in una nota che un team investigativo sarà inviato a Wuhan per “condurre un’indagine completa sulla questione relativa al dottore Li Wenliang riportata finora in modo ampio”.

Contagio sulla nave. Salgono a 61 i casi di positività al coronavirus registrati sulla nave da crociera Diamond Princess della Carnival Japan nella baia di Yokohama, in quarantena al largo del Giappone.  In totale, le autorità sanitarie hanno sottoposto a test 273 persone a bordo della nave. “I risultati dei restanti 171 test – ha spiegato il ministro della Salute, Katsunobu Kato – hanno dato altre 41 positività. Oggi saranno trasportati negli ospedali in diverse prefetture, e ora ci stiamo preparando per questo. In totale, su 273 analisi, 61 sono risultati positivi”. Stanno “tutti bene” i 35 italiani, di cui 25 membri dell’equipaggio, incluso il comandante, a bordo. “La situazione è tranquilla e i connazionali sono in buone condizioni”, spiega all’ANSA una fonte da Tokyo, osservando che la situazione ”è complicata viste le migliaia di persone coinvolte. Il pallino, con la nave ferma a Yokohama, è di sicuro nelle mani delle autorità giapponesi”.

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Il Giappone si mobilita. Il Governo giapponese è pronto ad adottare nuove misure per prevenire la diffusione del coronavirus, e a utilizzare i fondi di emergenza del budget statale, ha detto il premier nipponico Shinzo Abe confermando l’alto livello di guardia dopo l’annuncio dei 41 nuovi casi di contagio del coronavirus, a bordo della nave da crociera Diamond Princess. Le autorità sanitarie giapponesi si confrontano con quella che potrebbe diventare un’emergenza pubblica a tutti gli effetti, considerata l’alta percentuale di persone infette a bordo della nave rispetto al numero dei controlli fin qui effettuati. Nel frattempo il quarto aereo charter noleggiato dal governo, spedito a Wuhan per riportare in patria i connazionali, è atterrato all’aeroporto Haneda di Tokyo nella mattinata di venerdì, la notte in Italia. A bordo c’erano 198 persone con i propri nuclei familiari composti da 80 individui di nazionalità cinese. Altre 565 persone erano state evacuate in precedenza, con l’utilizzo di tre voli aerei, nelle scorse settimane.

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