Israele richiude tutto: è il primo paese che impone un secondo lockdown
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Israele richiude tutto: è il primo paese che impone un secondo lockdown

Ormai i casi sono 4.000 al giorno e ci sono 500 morti in 24 ore: da venerdì prossimo il paese chiude per due settimane

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11 Settembre 2020 - 10.56


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Dal prossimo venerdì, Israele torna in lockdown: è il primo paese al mondo a richiudere di nuovo tutto a causa del Covid-19, che ha contagiato altre 4.000 persone per il secondo giorno di fila, con 500 morti in sole 24 ore. 
Il governo chiude in concomitanza con lo Yom Kippur, una delle festività ebraiche più importanti. Scuole e attività commerciali chiudono e rimangono aperti solo supermercati e farmacie. I ristoranti potranno effettuare il take away, gli spostamenti sono limitati a 500 metri dall’abitazione. 
Dopo questa chiusura di 2 settimane, ne sono previste altre due, secondo un sistema ‘a semafori’ ideato da Ronni Gamzu, il medico incaricato di coordinare le operazioni anti-Covid 19, che inizialmente proponeva di chiudere esclusivamente le città rosse.
Ma queste zone (circa una 30ina) sono a maggioranza ortodossa, una comunità che aveva creato non pochi problemi al Governo già all’inizio della pandemia, con il suo rifiutarsi di seguire le misure di sicurezza per riunirsi nelle sinagoghe per pregare. 
Anche adesso i partiti ultraortodossi stanno minacciando il governo di Netanyahu, che viene criticato anche per la scelta dell’inizio del lockdown: non subito ma da venerdì prossimo, per dargli il tempo di andare negli Usa per la firma dell’accordo con gli Emirati Arabi. “Lui vola mentre noi siamo bloccati a terra” gridano dall’opposizione. Bloccati da sei mesi, peraltro, perché Israele non ha mai riaperto le frontiere. Fa pensare che nonostante questa misura ora il Paese debba chiudere di nuovo, a ulteriore conferma che la gestione della pandemia del governo Netanyahu è stata un completo disastro. 

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