Gli Usa al voto, si temono violenze. Trump e le ultime mosse disperate

Tensioni tra elettori in Texas. Trump contesterà i voti arrivati per posta in Pennsylvania e North Carolina, per Biden "è arrivato il tempo che faccia le valigie"

Trump e Biden
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3 Novembre 2020 - 08.32


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Ci siamo, questa notte apriranno i seggi dalla East alla West Coast e successivamente comincerà lo spoglio delle schede elettorali in tutti gli Usa.

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C’è grande incertezza su come si chiuderà realmente questo Election Day del 2020, se alla fine della maratona notturna si avrà un vincitore ufficiale, oppure se bisognerà andare avanti per giorni, o addirittura settimane, per conoscere chi siederà nello Studio Ovale nei prossimi quattro anni.

Ma ad agitare il voto c’è anche lo spettro di disordini e violenze, con una Casa Bianca più che mai blindata e tensioni un po’ in tutto il Paese tra i militanti pro-Trump e chi protesta contro il presidente.

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La tensione è alle stelle in Texas, roccaforte repubblicana che rischia di essere espugnata dopo oltre 40 anni dai democratici: qui un corteo di auto di fan del presidente ha circondato un bus di sostenitori di Biden tentando di mandarlo fuori strada: sull’episodio indaga l’Fbi.

Ma anche a New York e in altre città la vigilia del voto è stata caratterizzata da tafferugli, vandalismi e scontri con la polizia, con decine di arresti. Ad alimentare il senso di disorientamento è soprattutto la strategia adottata da Donald Trump nella volata finale della sua campagna elettorale.

 Il suo messaggio non potrebbe essere più chiaro: lui non ha alcuna intenzione di mollare e difficilmente si farà da parte nelle prossime ore, asserragliato in una Casa Bianca che è stata interamente recintata da una barriera anti-manifestanti. Il presidente promette una lunga battaglia sul piano legale per contestare i voti per posta che in alcuni Stati decisivi come la Pennsylvania o il North Carolina continueranno ad arrivare per giorni e giorni.

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E, addirittura, mediterebbe una mossa clamorosa, della quale avrebbe già discusso con i suoi più fedeli consiglieri: autoproclamarsi vincitore se i primi dati lo daranno in testa in alcuni Stati chiave.
“Questo presidente non ci ruberà le elezioni. E’ tempo che Donald Trump faccia le valige e se ne torni a casa. Abbiamo chiuso con il caos”, la reazione di Joe Biden che, dopo aver predicato per giorni prudenza, negli appelli finali al voto si è mostrato ottimista sull’esito dei risultati. Lui li seguirà dallo studio nel seminterrato della sua residenza di Wilmington, in Delaware.

Del resto anche gli ultimi sondaggi lo danno ancora saldamente in testa a livello nazionale, più di Hillary Clinton nel 2016. Anche se Trump ha recuperato qualcosa negli Stati chiave battuti a tappeto negli ultimi giorni, la maggior parte dei quali vedono Biden in vantaggio ma non di molto. “I sondaggi della vigilia sono un bidone, una bufala, sono falsi. Siamo messi bene e vinceremo”, ha arringato il presidente nel corso della maratona dei dieci comizi tenuti nelle ultime 48 ore. E che potrebbero non essere gli ultimi: perché in una situazione di stallo alla fine della nottata elettorale, la campagna di Trump potrebbe proseguire proprio a colpi di altri maxi raduni negli Stati in cui i legali della Casa Bianca sono pronti a contestare il voto.

Intanto, nel caso di una sua nuova sorprendente vittoria, The Donald ha già ben in mente chi far fuori nella sua amministrazione.

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E in cima alla lista c’è ormai Anthony Fauci, il virologo a capo dell’Istituto nazionale per le malattie infettive che il presidente aveva messo nella task force della Casa Bianca per la lotta alla pandemia. Ma le critiche del superesperto sulla gestione della crisi sono state una costante spina nel fianco del presidente.

 La goccia che ha fatto traboccare il vaso la recente intervista in cui Fauci ha promosso invece l’approccio alla pandemia proposto da Biden. Quest’ultimo ha apprezzato l’endorsement: “Abbiamo bisogno di un presidente che ascolti gli esperti come Fauci. Teniamoci lui e licenziamo Trump!”.

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