I Talebani di lotta e di governo, tra ultimatum e "aperture"
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I Talebani di lotta e di governo, tra ultimatum e "aperture"

Ora i nuovi capi dell'Afghanistan si sentono i padroni del campo. Al punto da lanciare un ultimatum all’inquilino della Casa Bianca

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23 Agosto 2021 - 17.50


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Si sentono i padroni del campo. Al punto da lanciare un ultimatum all’inquilino della Casa Bianca. “Il presidente Biden ha annunciato che ritireranno tutte le loro truppe entro il 31 agosto. Se estendono questo termine vuol dire che stanno prorogando l’occupazione: è una linea rossa e se lo faranno ci saranno conseguenze”. Lo ha detto a Sky News da Doha il portavoce dei talebani, Suhail Shaheen.  

Ultimatum alla Casa Bianca

Non ci sarà alcun governo in Afghanistan finché ci saranno soldati americani nel Paese. Lo affermano fonti dei talebani. Intanto,  i talebani hanno nominato Haji Mohammad Idris come governatore ad interim della banca centrale dell’Afghanistan. Lo ha annunciato il portavoce degli islamisti, Zabihullah Mujahid, in una dichiarazione riportata da Sky News. Nella dichiarazione, i Talebani si aspettano che Haji Mohammad Idris aiuti a organizzare le istituzioni e ad affrontare le questioni economiche che la popolazione sta affrontando, portando ordine in un’economia paralizzata dalla guerra che è alla deriva da più di una settimana, con le banche chiuse e molti uffici governativi vuoti.

“Un gran numero di combattenti di al-Qaeda e altri estremisti stranieri allineati con i talebani si trovano in varie parti dell’Afghanistan” ed “è impossibile dire con certezza che i talebani manterranno l’impegno di eliminare ogni futura minaccia internazionale da parte di al-Qaeda in Afghanistan”. È quanto si legge in un documento del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite datato 20 maggio 2021. “Una parte significativa della leadership di al-Qaeda risiede nella regione di confine tra Afghanistan e Pakistan”, si legge ancora nel documento in cui viene spiegato che talebani e membri di al-Qaeda agiscono insieme attraverso la rete Haqqani.

“I legami tra i due gruppi – viene precisato – rimangono stretti, sono basati sulle stesse posizioni ideologiche e su lotte comuni e matrimoni misti”. Nel rapporto è inoltre evidenziato che “la situazione riguardante la sicurezza in Afghanistan rimane tesa e impegnativa come mai nella storia recente. Vi è incertezza attorno al processo di pace e i talebani reggono di fronte alle pressioni delle forze di sicurezza afghane”. “Il Paese – si legge ancora – continua ad ospitare una serie di gruppi armati comprendenti combattenti terroristi stranieri che si presume siano alleati con i talebani, Al-Qaeda e l’Isis”. 

La situazione era peggiorata già nel corso del 2020 La situazione in Afghanistan era peggiorata già nel corso del 2020 con l’aumento delle violenze da parte dei talebani che controllavano buona parte del Paese. Lo evidenzia un rapporto delle Nazioni Unite datato maggio 2021. Vi si legge, in particolare, che “all’indomani dell’inizio dei negoziati di Doha (fra talebani e governo afghano, ndr) vi è stata un’ondata di violenze e omicidi da parte dei talebani. Tra le vittime, funzionari del governo afghano, ma anche donne, attivisti per il rispetto dei diritti umani e giornalisti. Le Nazioni Unite hanno registrato una crescita significativa di episodi nel 2020. Gli omicidi sono infatti passati da 780 nel 2019 a 996 nel 2020, pari a +28%”, e “secondo il gruppo di monitoraggio circa l’85% di questi portava la firma dei talebani. In molti casi le vittime erano persone che si erano opposte ai talebani o che avevano ricevuto minacce dal movimento”. Tutto questo, osserva il documento, a fronte di un declino dell’arruolamento nell’esercito afghano e di un numero invariato delle reclute nel movimento talebano. 

il caos continua a regnare all’aeroporto di Kabul.

 Conflitto a fuoco all’ingresso Nord dell’aeroporto di Kabul tra forze di sicurezza afghane e un gruppo di assalitori di cui non si conosce l’identità. Un soldato afghano è rimasto ucciso e ci sono altri tre feriti. Nello scontro sono state coinvolte anche truppe degli Stati Uniti e della Germania, che sono rimaste illese. Nello scalo si sono registrate 20 vittime in 7 giorni a causa della calca per fuggire dal Paese.

Ci sono circa 20.000 persone all’aeroporto di Kabul in attesa di essere evacuate dall’Afghanistan. Lo riferiscono alla Cnn fonti in loco precisando che i piani Usa prevedono l’arrivo di 33 C-17 dell’aeronautica statunitense nelle prossime 24 ore. Ciascuno dei velivoli ha la capacità di portare 400 passeggeri, il che significa che oltre 13.000 persone di quelle 20.000 potrebbero lasciare il Paese nelle prossime ore. Tuttavia secondo la fonte, Washington ha deciso di limitare le ammissioni all’aeroporto e da oggi farebbe entrare solo cittadini americani, i titolari di carta verde e cittadini dei paesi Nato, escludendo gli afghani. 

Convocato il G7  

L’estensione della presenza delle truppe Usa in Afghanistan anche dopo la scadenza del 31 agosto sarà al centro della riunione straordinaria del G7 convocata per domani in formato virtuale dal presidente di turno, il premier inglese Boris Johnson. Secondo quanto fatto trapelare la notte scorsa da Downing Street, e confermato da alcuni esponenti del governo britannico, l’intenzione di Johnson è proprio quella di fare pressioni sul presidente americano Joe Biden perché i militari Usa restino. 

La Francia ritiene “necessario” un “rinvio supplementare” del ritiro delle forze occidentali dall’Afghanistan oltre il 31 agosto per continuare le evacuazioni. 

 In vista dell’incontro virtuale dei leader del G7, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha parlato degli sviluppi in Afghanistan con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. “E’ importante completare l’evacuazione dei cittadini dell’Unione europea, del personale locale e delle famiglie – scrive Michel su Twitter. I diritti degli afghani, in particolare delle donne e delle ragazze, resteranno la nostra preoccupazione principale: tutti gli strumenti dell’Ue per sostenerli devono essere usati”.

Gentiloni: la Ue accolga rifugiati afghani e anche senza unanimità 

“La Ue deve lavorare sull’accoglienza e sulle quote di immigrazione legale di rifugiati afghani e deve farlo anche togliendosi l’alibi della unanimità nelle decisioni”. Lo ha detto il commissario Ue Paolo Gentiloni al Meeting di Cl.   “Rispetto l’unanimità, ma so che non ci sarà mai e ci sarà sempre qualcuno contrario a politiche di accoglienza e a quote di immigrati legali. Niente alibi se si vuole dare una mano sui rifugiati e sull’accoglienza. Si può fare anche a maggioranza. Orban ed altri non saranno d’accordo ma fa parte delle nostre regole”, conclude. “In Afghanistan un altro epilogo era possibile. E’ una debacle dell’Occidente. Non possiamo trasformarla in una abiura in quello che abbiamo fatto negli ultimi 20 anni: sarebbe un errore ancora più grave”, ha detto il commissario Ue. 

A stretto giro di posta (mediatica) arriva la risposta dell’autocrate ungherese. “Proteggeremo l’Ungheria dalla crisi dei migranti”, avverte  Lo ha affermato il premier magiaro, Viktor Orban, parlando dei flussi che arriveranno dall’Afghanistan, in un’intervista ad una radio, pubblicata sulla sua pagina Facebook. Secondo Orban, occorre evitare che i profughi lascino la regione, evidenziando l’importanza di sostenere Turchia – che avra’ un ruolo “fondamentale” – ed i Paesi dei Balcani per evitare l’ingresso dei migranti nell’Unione europea. 

Biden torna sulla crisi afghana. 

“La nostra priorità a Kabul è quella di far uscire gli americani nel modo più sicuro possibile. Abbiamo evacuato anche cittadini di Paesi alleati. Dal 14 agosto abbiamo evacuato 28 mila persone, 33 mila da luglio e 11 mila in meno di 36 ore. Abbiamo dimostrato che possiamo fare uscire da Kabul migliaia di persone. Ogni americano che vorrà tornare, tornerà a casa”. Il presidente ha poi sottolineato: “Sono in contatto con i leader di Italia, Germania e Spagna che ci aiutano nelle evacuazioni. E’ uno sforzo senza precedenti, sarà difficile e doloroso”. “Se mi fido dei Talebani? Non mi fido di nessuno. Per ora hanno rispettato gran parte di quanto detto. Sono in cerca di legittimità vediamo se alle parole seguiranno i fatti”. Biden ha quindi aggiunto, in risposta alle critiche interne: “Voglio chiarire tre cose. La prima è che gli aerei che decollano da Kabul non arrivano direttamente negli Usa, ma atterrano nelle basi Usa all’estero; la seconda è che saranno fatti controlli di sicurezza per tutti i cittadini non americani; la terza è che esaminati i controlli, accoglieremo gli afghani che ci hanno aiutato. Questi sono gli Usa”. E poi: “Ho il cuore spezzato per le immagini che vengono da Kabul”, ribadendo la preoccupazione per possibili attacchi terroristici. Il presidente ha sottolineato l’importanza dell’impiego anche degli aerei civili nell’operazione di evacuazione. Gli Usa sperano di non dover prorogare la scadenza del 31 agosto rispetto alla presenza in Afghanistan, ma “ci sono discussioni in corso”, ha inoltre affermato Biden, rispondendo a una domanda dei giornalisti. 

Resistenza in Panshir

La resistenza anti-talebani può contare su “migliaia di persone” pronte a combattere,ha detto alla Bbc Ali Nazary, capo delle relazioni estere per il Fronte di resistenza nazionale dell’Afghanistan (Nrf) che fa capo a Ahmad Massoud. Nazary ha detto che il suo gruppo ha “migliaia di forze pronte per la resistenza”, ma vuole prima portare avanti negoziati pacifici. “Se falliscono, non accetteremo alcun tipo di aggressione”, ha detto. I talebani affermano di aver circondato e assediato la roccaforte del gruppo nella valle del Panshir. Esponenti della resistenza hanno anche detto che i talebani stanno avanzando nella regione.  

“I talebani, l’Isis e Al Qaeda sono come la Coca-Cola e la Pepsi. Se si toglie l’etichetta non le sia distinguere”. Lo ha detto il vice presidente dell’Afghanistan, Amrullah Saleh, in un’intervista con Fox news. Il politico, che dopo la fuga di Ghani si è dichiarato “legittimo presidente”. sarebbe rifugiato nella valle del Panshir. 

Frustati perché indossavano i jeans

Durante la prima conferenza stampa dei talebani a Kabul, il portavoce Zabihullah Mujahid aveva affermato che ci sarebbero state “molte differenze” rispetto al passato, a partire dai diritti delle donne. Ma le promesse fatte dagli studenti coranici si scontrano con la realtà. La mano pesante della repressione talebana si è fatta sentire con chi protesta. E il futuro resta incerto per le donne: cresce la paura per il ritorno della repressione dei diritti, dopo le prime denunce di pestaggi diffuse dalla onlus milanese Pangea.

“Alcune donne di Pangea sono state picchiate dai talebani. Vedere le foto con i loro lividi è stato straziante. I bambini hanno assistito a scene di violenza inaudita e sono molto spaventati”, scrive su Instagram la onlus che ha diffuso le immagini dell’arrivo all’alba delle attiviste e delle loro famiglie a Kabul. “Da venerdì Pangea lavora senza sosta per aiutare le colleghe di Kabul e le loro famiglie a raggiungere l’aeroporto. Sono stati giorni difficili. Le donne dello staff di Pangea e le loro famiglie sono rimaste intrappolate nella folla per ore, senza acqua, anche con bambini piccolissimi tra le braccia”. Questa mattina le attiviste con le loro famiglie sono riuscite a raggiungere l’aeroporto. Alcune di loro sono già state imbarcate per l’Italia e arriveranno a Roma nelle prossime ore. “Le attiviste di Pangea sono state forti e hanno resistito. Hanno combattuto come leonesse per entrare in quell’aeroporto. Da questa mattina all’alba le donne di Pangea e loro famiglie sono tutte all’interno dell’aeroporto di Kabul. Alcune sono già state imbarcate. Le abbiamo salvate insieme!”, si legge. In attesa di raggiungere l’Italia ci sono 240 persone tra collaboratrici e loro fa

Alcuni giovani afghani hanno denunciato di essere stati frustati dai talebani perché indossavano i jeans. In un post pubblicato su Facebook, riportato dal quotidiano britannico Daily Telegraph, un ragazzo afghano ha raccontato che stava camminando con i suoi amici a Kabul quando sono stati fermati da alcuni talebani che li hanno accusati di “non rispettare l’Islam”. Due sono riusciti a scappare ma gli altri sono stati picchiati, frustati sul collo e minacciati con una pistola. Il quotidiano afghano Etilaatroz ha denunciato che nel weekend anche uno dei suoi giornalisti è stato picchiato e frustato perché non indossava “abiti afghani”. Molte le altre segnalazioni di giovani presi di mira per aver indossato magliette e jeans.

La repressione talebana si è scatenata soprattutto contro chi protesta. La scorsa settimana ad Asadabad sono morte almeno quattro persone dopo che i miliaziani hanno sparato sulla folla, anche se non è chiaro se le vittime siano cadute sotto i proiettili o per il caos causato dagli spari. Almeno tre morti e 13 feriti si contano anche a Jalalabad, nell’est dell’Afghanistan, dove i talebani hanno sparato sulla folla che sventolava la bandiera nazionale in occasione delle celebrazioni dell’indipendenza del Paese. A Khost, nel Sud, i fondamentalisti hanno imposto il coprifuoco per impedire alla popolazione di protestare. A Kabul, Emergency riferisce che nella città la situazione è più tranquilla, anche se si sentono ancora scariche di mitra e ci sono spesso feriti da proiettili.

“La situazione a Kabul nelle ultime 48 ore è stabile, ad eccezione dell’aeroporto dove continua ad essere caotica. Abbiamo racconti di sparatorie e di feriti da calca. Nelle ultime 48 ore a Kabul abbiamo avuto 15 pazienti che è un numero piuttosto basso. Ieri abbiamo incontrato il ministro della salute che ci ha accolto e assicurato la massima collaborazione. Nella città ci sono numerosi check point talebani, sembra vuota, il traffico di mezzi è molto diminuito. Abbiamo avuto garanzia dal nuovo governo nel senso che non sono intenzionati a ostacolare la nostra attività, conoscono da 20 anni l’attività di Emergency”. Lo ha detto Alberto Zanin, il coordinatore medico del Centro vittime di guerra di Emergency a Kabul.

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