A Quarto Grado l'omicidio di Carol Maltesi, parla il killer: "Non potevo sopportare di perderla"

A Quarto Grado si parlerà dell'omicidio di Carol Maltesi, uccisa da Davide Fontana che ha confessato gli assurdi moventi dietro il gesto criminale

A Quarto Grado l'omicidio di Carol Maltesi, parla il killer: "Non potevo sopportare di perderla"
Carol Maltesi
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1 Aprile 2022 - 18.21


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L’omicidio di Carol Maltesi, di cui stasera, venerdì 1 aprile, si parlerà a Quarto Grado, è un caso di cronaca nera che ha sconvolto l’Italia, soprattutto per le modalità brutali usate dall’assassino, Davide Fontana. Quanto accaduto alla ragazza è stato delineato davanti al Gip di Brescia che ha provveduto nelle passate ore a convalidare il fermo per omicidio volontario aggravato a carico di Fontana. 

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Il 46enne amico, vicino di casa ed ex fidanzato di Carol Maltesi, l’avrebbe uccisa, fatta a pezzi, sfigurata, conservata nel freezer della sua casa di Rescaldina e successivamente gettata in un dirupo in Valcamonica. Il motivo? “Un evidente movente passionale”, come evidenziato dal Gip, dopo le parole dello stesso assassino reo confesso.

Il racconto di Davide Fontana: 

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“Tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 Carol mi disse che intendeva trasferirsi fra il Veronese, dove vive il figlioletto, e Praga”, ha raccontato il 46enne. Secondo il giudice, scrive oggi il Corriere della sera, la notizia avrebbe gettato nello sconforto Fontana dal momento che, come asserito dallo stesso: “non potevo accettare di vivere senza di lei, lei che per me era tutto”.

“Mentre stavamo girando il video hard — le cui modalità erano state concordate, compreso lo scotch sulla bocca di lei — nel momento in cui mi sono trovato il martello in mano, ho pensato che l’avrei persa”. A quel punto l’avrebbe colpita alla testa ma dopo aver sollevato il cappuccio si sarebbe accorto di uno scatto alla gamba e quindi “per evitare di farla soffrire le ho tagliato la gola con un coltello da cucina”. Secondo il medico legale è possibile che la donna fosse ancora viva anche se in agonia.

Il 28 marzo, otto giorni dopo il ritrovamento del cadavere, l’uomo voleva confessare tutto: “Non ce la facevo più. Volevo rivelare che la donna trovata a Borno il 20 era lei. Tornato a casa, la mia intenzione era di suicidarmi”, anche se poi in serata, messo alle strette, è crollato. Fontana si era detto non geloso di Carol al punto da permettere di intrattenere relazioni con altri, tuttavia non poteva accettare che lei andasse via abbandonandolo. Per questo, scrive il Gip, “le ha barbaramente tolto la vita, approfittando della incondizionata fiducia che la giovane riponeva in lui, tanto da farsi legare, imbavagliare e incappucciare, rendendosi inerme nelle sue mani”. 

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