Russia, l'oligarca Prigozhin ammette: "Si, ho fondato io la Pmc Wagner, ecco tutta la storia"
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Russia, l'oligarca Prigozhin ammette: "Si, ho fondato io la Pmc Wagner, ecco tutta la storia"

Evgeny Prigozhin, Re dei servizi di catering per scuole, caserme e Cremlino, con un comunicato è uscito allo scoperto e ha confermato di aver fondato, nel 2014, la Pmc Wagner, società di mercenari.

Russia, l'oligarca Prigozhin ammette: "Si, ho fondato io la Pmc Wagner, ecco tutta la storia"
Ivgeny Prigozhin
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26 Settembre 2022 - 12.35


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Evgeny Prigozhin, Re dei servizi di catering per scuole, caserme e Cremlino, con un comunicato è uscito allo scoperto e ha confermato di aver fondato, nel 2014, la Pmc Wagner, società di mercenari – ma lui li chiama «combattenti», «eroi» e quindi «fondamento del patriottismo russo»- attivi in Ucraina, Siria, Libia, Repubblica Centrafricana e Mali.

L’impresa ha preso il largo con l’apparente obiettivo di rafforzare la sua posizione nella competizione in atto fra i diversi apparati della sicurezza a Mosca, quando «è iniziato il genocidio del popolo russo del Donbass». Era stato il sito di notizie Bloknot a chiedere a Prigozhin, noto come il `cuoco di Putin´, come mai avesse di recente smesso di negare il suo coinvolgimento nella Wagner.

Nel 2014, «come molti altri imprenditori», ha risposto, mi sono recato nei centri di addestramento dove si concentravano i «Cosacchi» per «cercare di investire denaro nel reclutamento di un gruppo che si muovesse per proteggere i russi». Dopo aver capito che i cosacchi non facevano al caso suo, ha deciso di dare il via a una nuova struttura.

Prigozhin narra quindi di essersi recato personalmente a un poligono di tiro, dove si è rimboccato le mani da solo. Ha sgomberato il campo dalle vecchie armi, ne ha trovate di nuove e ha selezionato specialisti che avrebbero potuto aiutarlo.

Da quel momento, che il tycoon situa con precisione il primo maggio del 2014, è nato un gruppo di patrioti che poi avrebbe preso il nome di Pmc Wagner. E’ stato il loro coraggio a rendere possibile la liberazione dell’aeroporto di Luhansk e di molti altri territori, sono loro ad aver cambiato radicalmente il destino delle due repubbliche del Donbass in cui proprio ora si svolge il referendum per l’annessione alla Federazione russa.

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Il combattenti, Prigozhin non usa il termine di mercenari, in grado solo di «combattere e proteggere gli svantaggiati, si sono sempre trovati in una posizione precaria». Negli ultimi otto anni «i cani hanno cercato di sputare» sulla Wagner e sullo stesso Prigozhin e «fastidiosi giornalisti» hanno sempre cercato «elementi negativi» e di «trovare i panni sporchi» della società. Ma Prigozhin è orgoglioso di «essere stato in grado di difendere i diritti del personale dell’azienda di difendere gli interessi del Paese». Gli elementi quindi sono «eroi» che hanno difeso «i siriani e le popolazioni di altri Paesi arabi» come «africani impoveriti e latino americani» e «sono diventati uno dei pilastri del nostro Paese».

«A lungo, prosegue Prigozhin – anche lui come Putin originario di San Pietroburgo- ho evitato di rispondere alle bordate dei miei avversari con un unico obiettivo: quello di non esporre i ragazzi che sono il fondamento del patriottismo russo. Ho vinto nelle aule di diversi tribunali, anche all’estero perché le partite vanno vinte sul campo del nemico», ha quindi affermato Prigozhin che nei mesi scorsi ha preso parte, spesso anche personalmente, nello sforzo di reclutamento nelle prigioni.

E’ tuttavia dall’inizio dell’«operazione militare speciale» che i mercenari della Wagner hanno iniziato a uscire dal cono d’ombra in cui si trovavano in Russia, un Paese in cui la legge vieta l’attività di mercenario, dal 2014. La loro partecipazione alla guerra in Ucraina e i loro successi hanno spesso messo in secondo piano i militari regolari a cui invece viene attribuita la responsabilità di non aver saputo vincere l’operazione in pochi giorni. La loro presenza al fronte è stata in questi mesi celebrata dai media ufficiali come se fossero militari a tutti gli effetti, ma più efficaci.

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E questo avviene anche se solo fino a poco tempo fa la narrativa ufficiale considerava le loro imprese, e i loro abusi, nel Donbass nel 2014, in Libia, in Siria, in diversi Paesi africani come una storia da mantenere segreta. La Wagner aveva perfino iniziato a pubblicizzare la ricerca di personale apertamente.

Un giornalista `ufficiale´ aveva indicato i mercenari come «musicisti» di una «orchestra». «Questo sito è stato liberato dallo specialista della Wagner, il famoso «musicista’ della famosa `orchestra´«, ha detto in un suo reportage il corrispondente di guerra di Rossiya 1 Evgeny Poddubny inviato alla centrale elettrica di Vuhlehirska, nella regione di Donetsk, indicando un uomo mascherato, con un elmetto con un teschio e due spade incrociate.

«Se prima tutti facevano finta che non esistessero, ora è tutto diverso. Non sono più vaghi volontari o le forze armate che spingono contro gli ucraini. Sono gli uomini della Wagner», aveva scritto, aprendo la strada alla confessione di Prigozhin di oggi, un giornalista di Special Task Channel, in un blog su Telegram filo Cremlino. In una intervista su youtube, l’autore del canale Telegram L’altra faccia della medaglia, molto seguito fra i mercenari, sottolineava che gli alti ufficiali russi credevano a torto di poter fare a meno dei mercenari e conquistare Kiev in pochi giorni. «Ma quando è iniziata la guerra di trincea più seria, si sono appellati a colui che non si può nominare».

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La loro partecipazione alla guerra era stata ritardata da uno scontro fra il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, e Prigozhin, che lo scorso giugno aveva ricevuto l’onorificenza di Eroe della Russia. La mobilitazione parziale in atto potrebbe aver segnato un ulteriore sviluppo in questo confronto.

Anche se il Cremlino continua a negare il legame fra il governo e la Wagner, le operazioni dei mercenari in Ucraina sono strettamente coordinate con il ministero della Difesa. Lo dimostra la storia del generale in pensione Kanamat Botashev, ucciso lo scorso maggio dopo che il suo Su-25 era stato abbattuto in Ucraina, in corrispondenza di Popasna.

Botashev, 63 anni, era stato allontanato dalle forze armate nel 2013 dopo che un Su-27 che pilotava senza autorizzazione si era schiantato. Dopo la sua morte, è stato celebrato come membro di una unità della Wagner. Nelle riprese effettuate al suo funerale, sono comparse l’onorificenza di eroe della Russia firmato da Putin e una corona con il messaggio: «All’eroe, all’uomo, al combattente della Wagner».

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