L'esperto di affari internazionali: "Gli obiettivi di Kiev non possono scatenare una guerra mondiale. Quindi..."
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L'esperto di affari internazionali: "Gli obiettivi di Kiev non possono scatenare una guerra mondiale. Quindi..."

Lo scrive sul New York Times – l’intera traduzione è stata pubblicata dalla Stampa - Charles Kupchan, senior fellow presso il Council on Foreign Relations (CFR)

L'esperto di affari internazionali: "Gli obiettivi di Kiev non possono scatenare una guerra mondiale. Quindi..."
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4 Novembre 2022 - 09.46


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“Il rischio di un conflitto più ampio tra Nato e Russia aumenta di giorno in giorno, tanto quanto il rischio di serie ripercussioni economiche determinate da una guerra prolungata che potrebbe mettere a repentaglio la democrazia occidentale. È giunta l’ora, per gli Stati Uniti e i loro alleati, di lasciarsi coinvolgere direttamente nella scelta degli obiettivi strategici ucraini, nella gestione del conflitto e nella ricerca di una soluzione diplomatica che ponga fine alle ostilità”. Lo scrive sul New York Times – l’intera traduzione è stata pubblicata dalla Stampa – Charles Kupchan, senior fellow presso il Council on Foreign Relations (CFR) e professore di Affari internazionali alla Georgetown University presso la Walsh School of Foreign Service and Department of Government.

“Per arginare le possibilità di un conflitto allargato tra la Nato e la Russia, Washington ha bisogno che Kiev sia molto più trasparente circa i suoi piani di guerra e i funzionari americani devono poter collaborare maggiormente alla conduzione della guerra da parte di Kiev. L’Ucraina ha già intrapreso azioni che hanno provocato una recrudescenza del comportamento già sconsiderato del presidente Vladimir Putin”

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Gli Stati Uniti, scrive Kupchan, risulta non fossero stati informati preventivamente del camion bomba o dell’attacco al ponte di Kerch. Così come, stando alle informazioni che circolano, pare abbiano rimproverato Kiev per l’assassinio di Daria Dugina. La preoccupazione è che simili azioni, di poco conto nella risoluzione della guerra, abbiano invece il potere di far degenerare il conflitto.

“Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno agito correttamente aiutando l’Ucraina a difendersi, e dovrebbero continuare a farlo. Tuttavia, hanno anche avuto ragione a frenare con prudenza i loro aiuti per scongiurare una guerra con la Russia, trattenendosi dal fornire armi a lungo raggio, astenendosi dall’inviare truppe Nato direttamente sul terreno, e rifiutandosi di accogliere la richiesta ucraina alla Nato di istituire una no-fly zone”

La domanda che si pone l’esperto del Council on Foreign Relations e fino a che punto voglia spingersi Zelensky: l’obiettivo dichiarato e di riconquistare tutta l’Ucraina, compresi i territori occupati dalla Russia nel 2014 in Crimea e in una parte del Donbass:

“Gli obiettivi bellici dell’Ucraina potranno essere giustificabili a livello morale e legale, ma potrebbero non essere ponderati. In reazione alle recenti conquiste ucraine, Putin ha intensificato le azioni belliche: non ha ordinato la ritirata. Un conflitto che riguardava il futuro dell’Ucraina è diventato per Putin una lotta esistenziale per il futuro della Russia”

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A parere di Kupchan, la possibilità che il Cremlino ricorra a un’arma nucleare diventa un’opzione realistica qualora i soldati russi dovessero essere scacciati dall’Ucraina orientale e dalla Crimea. In quel caso, la Nato sarebbe coinvolta nella guerra in modo diretto, con la possibilità di un’escalation nucleare.

Mosca e Kiev dovrebbero arrivare a un’intesa sui territori. Un punto d’inizio ragionevole per i negoziati sarebbe quello di prevedere un ritiro dei russi fino alla «linea di contatto» che esisteva prima che avesse inizio l’invasione russa a febbraio. A quel punto, la diplomazia potrebbe concentrarsi sulla cessione definitiva della Crimea e delle regioni del Donbass che la Russia ha occupato nel 2014. Le due parti dovrebbero raggiungere un compromesso: Mosca dovrebbe abbandonare la sua intenzione annunciata di recente di annettere un’ampia fascia dell’Ucraina orientale, e Kiev dovrebbe accontentarsi di un risultato inferiore a quello sperato, ossia riguadagnare meno territori rispetto a tutti quelli che vorrebbe.

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