Russia, il dissidente Pivovarov trasferito in una prigione accusata di torture ai detenuti

 L'oppositore russo Andrei Pivovarov è stato trasferito alla colonia pelane numero 7 della regione della Karelia, a Segezha. Condannato a 4 anni di carcere per le critiche a Putin sulla pandemia

Russia, il dissidente Pivovarov trasferito in una prigione accusata di torture ai detenuti
L'oppositore russo Andrei Pivovarov
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20 Febbraio 2023 - 17.58


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 L’oppositore russo Andrei Pivovarov è stato trasferito alla colonia pelane numero 7 della regione della Karelia, a Segezha, una struttura detentiva oggetto di numerose accuse di tortura in passato, in un reparto in cui gli sono vietate visite e le telefonate di parenti e amici e dove rimarrà fino al 30 aprile, ha reso noto a Novaya Gazeta Europa Tatiana Usmanova, collaboratrice dell’ex direttore esecutivo di «Russia aperta», l’organizzazione finanziata da Mikhail Khodorkovsky per sostenere politici indipendenti e la società civile in Russia.

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Da più di un mese non si avevano notizie di Pivovarov che invece era arrivato in Karelia già lo scorso 24 gennaio. Anche Amnesty International nei giorni scorsi aveva lanciato un allarme per denunciare la sua scomparsa. «Andrei Pivovarov continua a essere in completo isolamento. E’ detenuto da quasi due anni. In questo periodo, ha avuto solo un incontro con la madre, di un’ora e mezzo, e solo alcune telefonate. Ci aspettavamo tutti che con il suo trasferimento in colonia penale le cose si sarebbero fatte più facili, ma invece non è così», ha denunciato Usmanova.

Il dissidente di 41 anni, è stato condannato a quattro anni di carcere lo scorso luglio per attività associate a organizzazioni «indesiderabili». A novembre, la condanna è stata confermata in appello. Contro di lui, sono stati usati 34 post pubblicati sulla sua pagina Facebook, in cui fra le altre cose si sollecitava un aiuto ai medici durante la pandemia, o si discutevano gli emendamenti alla Costituzione introdotti da Putin nel 2020.

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Pivovarov era stato arrestato il 31 maggio del 2021, poco dopo la chiusura dell’organizzazione che dirigeva, indesiderabile dal 2017. «E’ la mia intenzione di candidarmi alla Duma la sola ragione per il mio arresto. L’obiettivo delle autorità à quello di privarmi, con qualsiasi pretesto, dell’opportunità di essere eletto a Mosca, dove avrei vinto di certo. In altre parole, hanno limitato il diritto costituzionale mio e dei cittadini», aveva scritto. Agenti dell’Fsb lo avevano prelevato a bordo di un aereo poco prima del decollo dall’aeroporto Pulkovo di San Pietroburgo e diretto a Varsavia.

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