La storia dimostra che Silvio Berlusconi, mentre in casa alimentava l’anticomunismo e faceva balenare il ‘pericolo’ della sinistra nella sua vita ha aperto le braccia ai peggiori autocrati e guerrafondai. Oltre Putin anche Erdogan, che Mario Draghi definì senza diplomazia un dittatore. E con il Sultano di Ankara, come con lo Zar imperialista, erano sorrisi e abbracci.
Così dopo Putin anche Erdogan elogia Silvio Berlusconi. «Abbiamo incontrato Berlusconi a Roma, abbiamo avuto un’ampia discussione dalle relazioni Turchia-Italia fino alle questioni dell’Unione Europea. Il mio amico Berlusconi ha detto: `Adesso sei a casa del tuo migliore amico in Europa. Chiamerò i miei amici primi ministri nell’Ue e fungerò da tuo avvocato´».
Così, in una lettera pubblicata su Il Messaggero, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, affermando di aver «provato una grande tristezza» nell’apprendere della sua scomparsa e sottolineando che Berlusconi ha «sempre sostenuto durante il suo mandato il nostro Paese nel processo di adesione all’Ue».
Erdogan sottolinea inoltre che ci sono sempre stati rapporti «davvero proficui, sinceri e amichevoli». «Abbiamo approfondito le relazioni Turchia-Italia in ogni campo e consentito loro di raggiungere il livello più alto della storia».
«Il nostro primo contatto con il mio caro amico Berlusconi – racconta il presidente turco. – è avvenuto dopo le elezioni del 3 novembre 2002. Quando il nostro partito Ak è salito al potere, siamo stati banditi dalla politica a causa di una poesia che abbiamo letto. Sebbene il partito, di cui ero il presidente, sia uscito vittorioso dalle elezioni, il nostro diritto di fare politica è stato illecitamente precluso. Mentre qualcuno in Turchia cercava di far sembrare normale questa stranezza, Berlusconi è stato il primo al mondo a opporsi».