Parole durissime: “Il bombardamento incessante della Striscia di Gaza è crudele e inconcepibile a tutti i livelli. E’ una punizione collettiva di una popolazione assediata e indifesa. E’ una flagrante violazione del diritto internazionale umanitario. È un crimine di guerra”: è quanto ha detto il re di Giordania Abdullah nel suo intervento al vertice in corso al Cairo, riportato dall’agenzia di stampa Petra.
“In qualsiasi altro luogo, attaccare le infrastrutture civili e affamare in modo deliberato un’intera popolazione, lasciandola senza cibo, acqua, elettricità e beni di prima necessità sarebbe condannato”, ha rimarcato Abdullah, secondo cui “il messaggio che il mondo arabo sta ascoltando è forte e chiaro: le vite palestinesi contano meno di quelle israeliane, l’applicazione del diritto internazionale è facoltativa e i diritti umani hanno dei limiti: si fermano ai confini, si fermano alle razze, si fermano alle religioni”.
«In qualsiasi altro luogo verrebbe condannato l’attacco a infrastrutture civili e affamare deliberatamente un’intera popolazione, senza cibo, acqua, elettricità e beni di prima necessità – ha proseguito re Abdullah secondo le dichiarazioni diffuse dall’agenzia Petra – L’applicazione del diritto internazionale è un optional. E i diritti umani hanno confini, si fermano ai confini, alle razze, alle religioni». Il sovrano ha poi ribadito il `no´ allo «sfollamento forzato» dei palestinesi, «un crimine di guerra secondo il diritto internazionale e una linea rossa per tutti noi», e ha sottolineato come «il conflitto non sia iniziato due settimane fa».
Re Abdullah, insistendo sulla soluzione dei due stati, ha denunciato come «per decenni i palestinesi siano stati privati della speranza, della libertà e del futuro».
«Lo spargimento di sangue a cui assistiamo oggi» è il «prezzo» per «non riuscire a compiere progressi tangibili verso un orizzonte politico che porti la pace sia ai palestinesi che agli israeliani», ha incalzato, convinto che «l’unica via per un futuro sicuro per la popolazione del Medio Oriente e del mondo intero inizi dalla convinzione che ogni vita umana ha uguale valore».
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