Strage degli affamati, Israele ammette di aver sparato ma cerca alibi: "C'erano sospetti che si avvicinavano"

I risultati dell'inchiesta interna delle forze armate israeliane (Idf) presentata al capo di Stato maggiore Herzl Halevi riguardo alla strage degli affamati

Strage degli affamati, Israele ammette di aver sparato ma cerca alibi: "C'erano sospetti che si avvicinavano"
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8 Marzo 2024 - 09.57


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Prima avevano negato di aver sparato e detto che i morti erano stati soprattutto travolti dai Tir.

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Ora di fronte all’evidenza, visto che morti e feriti erano soprattutto vittime di colpi da fuoco, hanno tirato fuori la scusa della legittima difesa.

 «Le truppe israeliane non hanno sparato contro il convoglio umanitario, ma hanno sparato contro un certo numero di sospetti che si avvicinavano ai soldati e rappresentavano una minaccia per loro». Sono i risultati dell’inchiesta interna delle forze armate israeliane (Idf) presentata al capo di Stato maggiore Herzl Halevi riguardo alla strage avvenuta alla fine di febbraio durante una consegna di aiuti nel nord di Gaza, in cui oltre 100 palestinesi sono rimasti uccisi. 

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Secondo l’inchiesta compiuta dall’Idf, «durante il viaggio dei camion verso i centri di distribuzione, una folla di circa 12.000 abitanti di Gaza si è radunata intorno a loro e li ha saccheggiati. Nel corso del saccheggio si sono verificati incidenti che hanno causato danni significativi ai civili a causa della ressa e persone sono state investite dai camion». La ricostruzione delle forze armate sostiene che «decine di persone sono avanzate verso le truppe che si trovavano lì vicino, fino a diversi metri da loro, rappresentando quindi una vera minaccia. A questo punto i militari hanno sparato colpi di avvertimento per allontanare i sospettati. Mentre i sospetti continuavano ad avanzare verso di loro, le truppe hanno sparato precisamente contro un certo numero di sospetti per eliminare la minaccia».

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