Kirill definisce quella di Putin una 'guerra santa' contro il satanismo dell'Occidente

Il patriarca di Mosca, con un leggero ritardo, ha proclamato la Guerra Santa contro l’Ucraina. E vuole Kiev sottomessa a Mosca

Kirill definisce quella di Putin una 'guerra santa' contro il satanismo dell'Occidente
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

30 Marzo 2024 - 15.06


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Il patriarca di Mosca, con un leggero ritardo, ha proclamato la Guerra Santa contro l’Ucraina. Prima di leggere il testo dobbiamo porci una domanda. C’entra la terra o la volontà di Dio con la proclamazione della guerra santa? Restando all’ambito cristiano, per trovare una risposta, dobbiamo andare abbastanza indietro nel tempo. Da un po’ la proclamazione della Guerra Santa non va di moda, tanto che ora per la Chiesa cattolica, ad esempio, non si può parlare neanche di guerra giusta, ma di guerra di difesa e basta. 

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Ma tornando indietro nel tempo si trovano spunti utili. Rileggere il discorso con cui papa Clemente II indisse la prima crociata in occasione del Concilio di Clermont, il 27 novembre 1095 è molto importante e ci aiuta a a cercare una risposta alla nostra domanda. 

Infatti, prima di dire “Deus Vult!” (Dio lo vuole) Urbano II annunciando la prima crociata affermò durante il suo noto discorso-appello: “questa terra che voi abitate è insufficiente per vostra moltitudine e appena procura da vivere a chi la coltiva. Perciò vi offendete e vi osteggiate a vicenda, vi fate guerra e tanto spesso vi uccidete. Cessino dunque gli odi e le guerre fra voi. Prendete la via del santo Sepolcro, strappate quella terra a quella gente scellerata e sottomettetela a voi”.

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Queste parole diventano illuminanti leggendo l’appello diramato il 27 marzo 2024 a conclusione del  XXV Concilio Mondiale del Popolo Russo svoltosi nella Sala dei Sinodi ecclesiastici della Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca sotto la presidenza di Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutte le Russie. Il testo conferma l’importanza della terra: “Nel corso dell’Operazione militare speciale, il popolo russo difende con le armi in pugno la propria vita, la libertà, la statualità, l’identità civile, religiosa, nazionale e culturale, nonché il diritto di vivere sulla propria terra entro i confini dello Stato russo unito. Da un punto di vista spirituale e morale, l’operazione militare speciale è una guerra santa”, a difesa dell’ “unico spazio spirituale della Santa Rus’” e a protezione del “mondo dall’assalto del globalismo e dalla vittoria dell’Occidente caduto nel satanismo”. 

Più avanti si legge: “Dopo il completamento dell’Operazione militare speciale tutto il territorio dell’Ucraina contemporanea dovrà entrare in una zona di influenza esclusiva della Russia. La possibilità di esistenza su questo territorio di un regime politico ostile alla Russia e al suo popolo, così come di un regime politico governato da un centro esterno ostile alla Russia, deve essere completamente esclusa”. 

Qualche differenza c’è, ma le genti scellerate (i musulmani) di Clemente II ricordano da vicino il satanismo dell’Occidente visto da Kirill. Non trovo nel primo testo però riferimenti all’istruzione, presenti in quello odierno, ma è uno sviluppo comprensibile se non nella teologia, di certo nella retorica: “I programmi nazionali di educazione e di formazione devono essere purificati da concetti e atteggiamenti ideologici distruttivi, soprattutto occidentali, che sono estranei al popolo russo e distruttivi per la società russa. Un nuovo paradigma socio-umanitario basato sull’identità civile russa e sui valori spirituali e morali tradizionali russi deve essere sviluppato e introdotto nell’insegnamento nazionale delle discipline sociali e umanitarie”. Qui in realtà si torna all’omofobia, alla persecuzione degli omosessuali così importante nella teologia moscovita. Questione non centrale ai tempi della Prima Crociata, più concentrata sull’importanza della terra piuttosto che del cielo, proprio come in quello moscovita.  

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Il testo di Urbano II  forse ci aiuta a cogliere due aspetti importanti. Il primo è che le crociate sarebbero state guidate dai re franchi e papa Urbano II era un franco. Questo ha un’afferenza con il rapporto tra Kirill e Putin, entrambi cristiani, russi, non di origini ucraine. 

Il secondo ci viene da quel “vi osteggiate”. Con grande visione Clemente II vedeva un’Europa in lotta fratricida, per la quale unirsi nella conquista di altri spazi – sotto guida franca- avrebbe potuto alleviare o risolvere il problema. Altrettanto può dirsi per la Russia scossa da tremolii interni. Unirsi nella lotta all’Ucraina traditrice potrebbe essere il modo per alleviare le tensioni sempre più forti all’interno di quella che rimane pur sempre una Federazione che in realtà è assai poco federativa. Forse è questo il motivo per cui questa operazione militare speciale diviene a distanza di così tanto tempo una guerra santa? Avere un nemico esterno è sempre importante, soprattutto se la coperta si fa corta. 

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