Attaccata con droni una nave umanitaria diretta a Gaza: Israele sotto accusa

Una nave che trasportava aiuti umanitari e attivisti diretti a Gaza è stata colpita da droni armati e resa inutilizzabile mentre si trovava in acque internazionali al largo di Malta.

Attaccata con droni una nave umanitaria diretta a Gaza: Israele sotto accusa
Freedom Flotilla Coalition bombardata mentre portava aiuti a Gaza
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2 Maggio 2025 - 13.00


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Ecco la traduzione fluente in italiano, in stile giornalistico:

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Una nave che trasportava aiuti umanitari e attivisti diretti a Gaza è stata colpita da droni armati e resa inutilizzabile mentre si trovava in acque internazionali al largo di Malta. A denunciarlo sono gli organizzatori della missione, appartenenti alla Freedom Flotilla Coalition.

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«Alle 00:23, ora di Malta, la Conscience, una nave della Freedom Flotilla Coalition, è stata attaccata direttamente in acque internazionali», si legge in un comunicato del gruppo.


«Droni armati hanno colpito due volte la parte anteriore dell’imbarcazione civile disarmata, provocando un incendio e una grave breccia nello scafo», prosegue la nota, attribuendo la responsabilità dell’attacco a Israele.

Tel Aviv, al momento, non ha rilasciato commenti ufficiali sull’accaduto.

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Secondo gli attivisti, l’attacco – avvenuto nelle prime ore di venerdì – avrebbe preso di mira il generatore della nave, lasciandola senza energia e a rischio affondamento. Sui social sono circolate immagini pubblicate dalla Freedom Flotilla Coalition che mostrano un violento incendio a bordo e delle esplosioni.

Il governo maltese ha dichiarato in un comunicato che tutti i dodici membri dell’equipaggio e i quattro passeggeri civili sono «in salvo». «L’imbarcazione aveva a bordo 12 membri dell’equipaggio e quattro passeggeri civili; non si registrano vittime», si legge nella nota, precisando che un rimorchiatore nelle vicinanze è stato dirottato per fornire assistenza.

Gli attivisti, provenienti da 21 Paesi, erano partiti con la missione dichiarata di «sfidare l’assedio illegale e letale imposto da Israele a Gaza e consegnare aiuti vitali e salvavita».

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Nel comunicato si afferma inoltre: «Gli ambasciatori israeliani devono essere convocati e chiamati a rispondere delle violazioni del diritto internazionale, incluso il blocco in corso e il bombardamento della nostra nave civile in acque internazionali».

Israele ha imposto un blocco totale sulla Striscia di Gaza due mesi fa, impedendo l’ingresso di cibo, carburante, medicinali e altri beni essenziali. Le operazioni militari sono riprese in modo massiccio a metà marzo, dopo il fallimento di una fragile tregua.

Le organizzazioni umanitarie presenti sul territorio hanno esaurito le scorte di farina e altri alimenti. Le autorità locali, nella martoriata enclave palestinese, hanno avvertito che le cucine comunitarie che offrono pasti di sussistenza potrebbero chiudere entro una settimana o dieci giorni.

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I funzionari israeliani giustificano il blocco sostenendo che Hamas sottragga regolarmente gli aiuti, distribuendoli ai propri combattenti o rivendendoli per finanziare le proprie attività. Tuttavia, gli operatori umanitari presenti a Gaza smentiscono che negli ultimi mesi vi siano stati furti su larga scala.

Una precedente missione della Freedom Flotilla, partita dalla Turchia meridionale nel 2010, si concluse tragicamente: le forze israeliane assaltarono la nave Mavi Marmara, uccidendo dieci attivisti e ferendone altri ventotto.

La guerra in corso è stata scatenata dall’attacco di Hamas al sud di Israele nell’ottobre 2023, che causò circa 1.200 vittime, per lo più civili. Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha riferito giovedì che almeno 2.326 persone sono state uccise da quando Israele ha ripreso i bombardamenti, portando il bilancio complessivo del conflitto a 52.418 morti, anche in questo caso in maggioranza civili.

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