Qual è la vittoria di Putin in Ucraina?
Questa volta lo dicono tutti gli osservatori, assolutamente nessuna.
In Ucraina non si vince. Sul terreno, dopo un anno e più avanzate, le truppe russe sono riuscite ad occupare qualcosa come 4000 km2, che non sono nemmeno l’1% del territorio ucraino, e, nemmeno l’1%, hanno pagato un prezzo incredibile: 450.000 morti e feriti, che corrisponde alle perdite medie giornaliere tra i 1200 e 1300.
Ogni giorno, tra 1.200 e 1.300 persone vengono uccise o ferite (queste ferite comportano l’impossibilità di tornare in prima linea, mentre altre ferite non vengono conteggiate). E ovviamente ci sono ancora riserve, non come sottolinea ad esempio l’avversario Vladimir Milov, infatti queste riserve sono piuttosto limitate, se Putin affronta la fascia di età compresa tra 20 e 40 anni.
L’età media dei russi impegnati in questa guerra è di più di 40 anni, e finora Putin ha cercato di evitare la mobilitazione generale, perché la chiamata per 300.000 mobilitati alla fine dei 22 ha totalmente infuriato il Paese, causando una massiccia fuga di giovani che avevano i mezzi per scappare, cioè quelli che erano, in gran parte, tra i dirigenti o potenziali dirigenti, e soprattutto hanno dimostrato che la Russia semplicemente non aveva i mezzi economici per attrezzare quei 300.000 mobilitati. Questi si sono mobilitati, non so se ci sono statistiche sul loro destino, ma non sento che, tra i “veterani” oggi evidenziati dal regime come futuri esecutivi di regime, ce ne siano tanti.
Coloro che vengono evidenziati, dati come esempio ai bambini, sono inversioni di pentimento cristiano, delinquenti di diritto comune che, in virtù ”dell’amore per la patria”, sono diventati santi.
Ho l’impressione che i giovani finiti tra i 300.000 mandati al fronte, nella loro stragrande maggioranza, siano stati uccisi. E non è stato improvvisamente, mentre il regime di Putin aveva negato la presenza dei nordcoreani in prima linea, poi, improvvisamente, questa presenza è stata annunciata ufficialmente, e mostrata in diversi rapporti.
Il coro della propaganda è chiaro: vengono a combattere con noi contro “l’Occidente globale”, ma, soprattutto, e quasi detto direttamente, verranno in massa per essere uccisi al nostro posto.
C’è perdita umana, c’è perdita materiale. è disarmante vedere i droni ucraini: vedere i ragazzi che avanzano in auto civili, o in moto, o in scooter, perché i carri armati, attrezzature pesanti, oggi sono esauriti.
Secondo tutti gli osservatori, non ci sono più riserve.
La mia osservazione è che l’80% dei carri armati sono stati distrutti e lo stesso vale per i missili.
La guerra d’attrazione guidata dall’Ucraina, riguarda le riserve di munizioni, che saltano regolarmente, non so in che proporzioni rispetto alle reali riserve, ma quello che possiamo dire con certezza è che queste riserve non si rinnovano, o si rinnovano molto, molto più lentamente di quanto vengano distrutte.
Allora, qual è la vittoria di Putin?
La Russia non è in campo, perché tutti gli obiettivi annunciati il 22 febbraio non solo sono stati raggiunti ma, al contrario, si sono ritorti contro.
La presenza annunciata per il 9 maggio di un gran numero di capi di stato (tra cui Cina e Brasile), e se Modi, presidente dell’India, non andrà, è a causa dell’attuale stato di guerra tra India e Pakistan.
Ovvero, gran parte del mondo è in rivolta contro gli Stati Uniti, contro la politica ultraliberale che comanda il mondo, e la guerra in Ucraina si è trasformata, agli occhi di molti paesi del mondo, in una guerra contro la dittatura americana sulle economie mondiali (che ovviamente non significa che sia stata una rivolta di liberazione se si tratta di sostituire la colonizzazione americana con la colonizzazione Cinese).
E poi, soprattutto, la vittoria di Putin è nelle elezioni di Trump e il fatto che, ora, gli USA sono suoi alleati (il piano di pace di Trump è, punto dopo punto, quello di Mosca). La parte peggiore di questa vittoria è che lascia gli alleati di fronte alla propria storia, alla propria impotenza organizzata: impariamo infatti che tutto in nostra difesa dipende dagli USA, e nelle ultime notizie, apprendiamo che non saremmo in grado di fornire 25.000 soldati come “contingente di pace”, per garantire il rispetto di un possibile cessate il fuoco. O che, piuttosto, poteva farlo solo la Francia, ma non la Gran Bretagna o la Germania (sapendo che non è solo la forza lavoro, ovviamente, ma l’intera catena logistica).
Questa guerra, sì, è stata uno specchio.
Uno specchio dello stato del mondo, e di quel vuoto abissale che si apre davanti quando si scopre che, improvvisamente, gli USA non esistono più (perché non esistono più, semplicemente: non esistono più come stato. Esistono ancora come aziende internazionali che governano il pianeta, ma, appunto, queste aziende non faranno più, nel prossimo futuro, riferimento ad uno stato, governeranno il mondo da sole, senza obbedire alle leggi internazionali divenute obsolete). L’intero pericolo per l’Europa occidentale, se ha i mezzi e il tempo (ma manca di più il tempo, a causa dei populismi in crescita) è, oggi, di esistere da soli.
Quello che scopriamo della nostra situazione, terribilmente, assomiglia al cadavere di questa eroica donna, questa ammirevole giornalista che era:
Victoria Roshchyna torturata a morte in varie carceri russe, e tornata alla sua famiglia senza cervello, senza occhi, e con un buco al posto della gola. Il corpo, emaciato, e coperto di ematomi e tracce di ustioni elettriche. Perché senza i suoi occhi? Alcuni commentatori dicono che è stato per camuffare il fatto che è stata strangolata, premendo la gola (e apparentemente agli occhi sono stati iniettati sangue all’epoca, il che dimostra lo strangolamento). Ma perché il cervello?
In parole povere, lei aveva un cervello, come gli occhi, e aveva un fiato e una voce, ed è quello che Putin vuole schiacciare a tutti.
Lasciate che le persone vivano con orbite vuote, senza voce e senza cervello.
Se Putin vince la guerra (è ancora molto lontano), saranno responsabili le potenze occidentali, che nel 2022 e nel 2023 si sono rifiutati di sconfiggerlo con le armi, temendo il caos che lui stesso ha causato. Ed è spaventoso dire che, per ora, la guerra deve continuare, perché un cessate il fuoco ora sarebbe la salvezza del regime di Putin, e una condanna, nel giro di pochi anni, ad una guerra ancora più terribile per tutta l’Europa.