Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha promesso domenica una risposta articolata in più fasi contro i ribelli Houthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran, dopo che questi ultimi hanno lanciato un missile nell’area dell’aeroporto internazionale Ben Gurion, principale scalo del Paese.
«Abbiamo già agito contro di loro in passato e lo faremo anche in futuro. Non posso entrare nei dettagli… non sarà un solo colpo, ma ce ne saranno molti», ha dichiarato Netanyahu in un video diffuso sulla piattaforma Telegram.
Diverse compagnie aeree europee e statunitensi hanno cancellato i voli per i prossimi giorni, dopo che il missile è atterrato nei pressi dello scalo, provocando panico tra i passeggeri. In seguito all’accordo di cessate il fuoco raggiunto a gennaio con Hamas, diversi vettori stranieri avevano ripreso i collegamenti con Israele, sospesi per gran parte dell’ultimo anno e mezzo.
Delta Air Lines ha cancellato il volo di domenica da New York (JFK) a Tel Aviv e il volo di ritorno previsto per lunedì.
Il gruppo Lufthansa – che comprende Lufthansa, Swiss, Brussels Airlines e Austrian – ha sospeso tutti i collegamenti da e per Tel Aviv fino a martedì, mentre ITA Airways ha annullato i voli dall’Italia a Israele fino a mercoledì. Air France ha cancellato i voli domenicali, offrendo ai passeggeri il trasferimento su quelli del lunedì.
Anche Ryanair ha sospeso i voli di domenica, ma quelli di lunedì risultano ancora in programma, secondo quanto comunicato dall’Autorità aeroportuale israeliana.
Rivendicando l’attacco che ha provocato una densa colonna di fumo e momenti di panico all’interno del terminal, il portavoce militare degli Houthi, Yahya Saree, ha dichiarato che «l’aeroporto principale di Israele non è più sicuro per i viaggi aerei».
Il missile balistico è esploso nelle vicinanze dello scalo, provocando la temporanea sospensione del traffico aereo da e verso Stati Uniti ed Europa.
Gli Houthi, che controllano ampie zone dello Yemen, hanno iniziato a colpire Israele e la navigazione nel Mar Rosso alla fine del 2023, nelle fasi iniziali della guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza.
Il presidente statunitense Donald Trump ha ordinato a marzo una serie di attacchi su larga scala contro gli Houthi per ridurne le capacità militari e scoraggiarli dal colpire il traffico commerciale nel Mar Rosso.
