George Simion in vantaggio: l’estrema destra guida il primo turno delle presidenziali in Romania
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George Simion in vantaggio: l’estrema destra guida il primo turno delle presidenziali in Romania

Il candidato dell'estrema destra George Simion risulterebbe in netto vantaggio nel primo turno delle elezioni presidenziali in Romania

George Simion in vantaggio: l’estrema destra guida il primo turno delle presidenziali in Romania
George Simion
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4 Maggio 2025 - 11.01


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Il candidato dell’estrema destra George Simion risulterebbe in netto vantaggio nel primo turno delle elezioni presidenziali in Romania. Secondo quanto indicano gli exit poll diffusi dopo la chiusura dei seggi alle 20 (ora italiana), il leader del partito nazionalista Aur avrebbe ottenuto tra il 30 e il 33% dei voti, superando nettamente due candidati filo-europei, entrambi stimati tra il 21 e il 23% in base a due sondaggi differenti.

I cittadini romeni sono tornati alle urne dopo che le elezioni annullate dell’anno scorso hanno innescato la peggiore crisi politica degli ultimi decenni nel Paese, membro dell’Unione europea e della Nato. Il secondo turno è fissato per il 18 maggio.

Il primo commento di Simion

“Oggi il popolo rumeno ha parlato. È ora di farsi sentire, nonostante gli ostacoli, nonostante le manipolazioni. I rumeni si sono sollevati”, ha dichiarato a caldo George Simion ai media locali.

L’emittente Stirile ProTv ha diffuso anche le prime parole di Crin Antonescu, candidato filo-Ue sostenuto dalla coalizione di governo composta da Psd, Pnl e Udmr: “La democrazia significa battaglia, la vittoria non viene decisa dai primi risultati degli exit-poll”.

Il panorama politico del Paese era stato sconvolto lo scorso anno, quando una decisione della corte suprema aveva annullato le precedenti elezioni a causa di gravi irregolarità, compreso il sospetto di interferenze russe, che Mosca ha smentito. In quell’occasione, il candidato di estrema destra Calin Georgescu era arrivato in testa al primo turno, ma non ha potuto ricandidarsi perché attualmente sotto inchiesta.

Come in altri Paesi dell’Unione europea, anche in Romania cresce il malcontento verso l’establishment. L’inflazione elevata, il caro vita, il deficit pubblico e la stagnazione economica hanno alimentato l’ascesa di forze nazionaliste e populiste.

Il risultato di Simion era stato ampiamente previsto dai sondaggi, che lo indicavano come favorito per l’accesso al ballottaggio, dove dovrebbe affrontare il sindaco di Bucarest, Nicusor Dan, o il candidato governativo Crin Antonescu.

Dan, 55 anni, matematico ed ex attivista anticorruzione, fondatore del partito Unione Salva la Romania (USR) nel 2016, si presenta con un programma europeista dal titolo “Romania onesta”. Sostiene che il Paese abbia bisogno di un presidente “che abbia la volontà e la capacità di riformare il sistema”.

Il veterano centrista Antonescu, 65 anni, ha incentrato la sua campagna sul mantenimento della direzione filo-occidentale della Romania.

Tra gli altri candidati figurano Victor Ponta, ex primo ministro tra il 2012 e il 2015, che ha promosso uno slogan nazionalista in stile MAGA, “Romania First”, vantando stretti legami con l’amministrazione Trump.

Infine, Elena Lasconi, arrivata seconda al primo turno delle elezioni annullate, è di nuovo in corsa per il ballottaggio. Si presenta come candidata antisistema e fermamente filo-occidentale, denunciando quella che definisce “una classe politica corrotta”.



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