La Germania che mette sotto accusa AfD difende la democrazia da chi promuove razzismo e nazionalismo etnico
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La Germania che mette sotto accusa AfD difende la democrazia da chi promuove razzismo e nazionalismo etnico

Dopo tre anni di inchiesta, in Germania l’Ufficio Federale per la Protezione della Costituzione ha stabilito con un rapporto di oltre mille pagine che Alternative für Deutschland è un partito incompatibile con l’ordine democratico.

La Germania che mette sotto accusa AfD difende la democrazia da chi promuove razzismo e nazionalismo etnico
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Giovanna Musilli Modifica articolo

7 Maggio 2025 - 20.02


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Dopo tre anni di inchiesta, in Germania l’Ufficio Federale per la Protezione della Costituzione ha stabilito con un rapporto di oltre mille pagine che Alternative für Deutschland è un partito incompatibile con l’ordine democratico. Secondo l’intelligence tedesca, Afd ha “una concezione del popolo basata sull’etnia e sulla discendenza” e “mira a escludere determinati gruppi di popolazione dalla partecipazione paritaria alla società, a sottoporli a trattamenti che violano la Costituzione e, di conseguenza, ad assegnargli uno status giuridicamente subordinato”. Insomma, il partito guidato da Alice Weidel sostieneuna politica che “viola la dignità umana”. Naturalmente il partito ha presentato ricorso al tribunale amministrativo di Colonia. 

Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha scritto su X che la Germania è una tirannia, mentre il nostro più modesto ministro dei trasporti Matteo Salvini ha strillato al furto di democrazia. 

La Germania, diversamente dall’Italia, ha fatto i conti col proprio passato, e si è dotata di un sistema di controlli in grado di denunciare i pericoli che potrebbero incombere sulla democrazia, per evitare che l’orrore nazista si ripeta. Certo, è sorprendente che l’allarme sia scattato dopo soli 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale. 

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La questione di cui si dibatte è se le democrazie debbano essere tolleranti verso gli intolleranti, o se debbano essere provviste di sistemi di controllo atti a proteggerle, anche in modi non democratici. Sul piano teorico, uno stato democratico che mettesse fuori legge un partito d’opposizione come Afd, cadrebbe in una tragica contraddizione. D’altra parte, se Afd, che promuove idee razziste ispirate a un nazionalismo su base etnico-biologica, andasse al governo, la democrazia morirebbe comunque. Il dibattito è destinato all’aporia, ossia alla mancanza di vie d’uscita. La democrazia è spacciata in entrambi i casi. Rimane da chiedersi se sia meglio che la democrazia prenda congedo per autocontraddizione, o che muoia per mano altrui. 

In attesa che qualche filosofo risponda in modo definitivo, bisogna considerare il problema da un punto di vista concreto. La democrazia liberale tipica dell’Occidente anglo-europeo, pur nelle sue variegate declinazioni, si fonda su alcuni concetti irrinunciabili: il suffragio universale, l’eguaglianza giuridica, la divisione e il reciproco controllo dei poteri, l’inviolabilità dei diritti umani, le libertà civili, il pluralismo dell’informazione, l’habeas corpus e il garantismo giuridico. 

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Il programma politico di Afd prevede limitazioni di libertà, quando non deportazioni vere e proprie, nei confronti di cittadini regolarmente muniti di cittadinanza, recente o meno recente, sulla base delle origini familiari o perfino etniche. L’idea di una nazione biologica che lede i diritti acquisiti dei suoi cittadini ricorda da vicino la mistica nazista della terra e del sangue. In genere, da cause storiche simili derivano effetti simili. In questo caso, una delle più grandi tragedie della storia dell’umanità. 

Nulla esclude di immaginare che poi la democrazia possa risorgere, come avvenne nel 1945, ma oggi forse è possibile ammettere che il prezzo pagato allora fu troppo alto e che sarebbe convenuto alla repubblica di Weimar mettere fuori legge il partito nazionalsocialista, prima che vincesse le elezioni del 1933. Non è possibile, a posteriori, sapere cosa sarebbe successo se ciò fosse avvenuto: tuttavia, immaginare qualcosa di peggio del nazismo, rimane difficile. 

La posta in gioco della coerenza è la violazione di diritti civili e forse anche umani di un numero indeterminato di persone, mentre d’altra parte – ammettendo che la democrazia espunga da sé i corpi estranei che ne minacciano l’esistenza – il rischio maggiore è che il 20% di cittadini tedeschi si ritrovi nell’immediato senza una rappresentanza politica. 

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La storia dovrebbe averci insegnato quale sia il male minore. Ma la storia non è mai maestra di vita, con buona pace di Cicerone.  

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