Almeno 13 palestinesi sono stati uccisi mercoledì da attacchi aerei israeliani che hanno colpito una scuola che ospitava famiglie sfollate nel nord della Striscia di Gaza, secondo quanto riferito dalle autorità sanitarie locali. Intanto, nel sud del territorio, le forze israeliane continuano a demolire abitazioni e edifici nella città di Rafah.
Secondo l’agenzia Reuters, i soccorritori hanno riferito che due raid hanno colpito la scuola Karama, situata nel quartiere Tuffah di Gaza City. Tra le vittime figura anche una giornalista palestinese, Nour Abdu, secondo quanto riportato dai media locali. L’esercito israeliano, al momento, non ha rilasciato alcuna dichiarazione sull’accaduto.
L’ufficio stampa del governo di Gaza, controllato da Hamas, ha dichiarato che la morte di Nour Abdu porta a 213 il numero totale di giornalisti palestinesi uccisi dal fuoco israeliano dall’inizio della guerra.
Martedì, altri due attacchi aerei israeliani avevano colpito un’altra scuola che ospitava sfollati nella zona centrale della Striscia, provocando almeno 29 morti, tra cui donne e bambini, secondo le autorità sanitarie locali. In quel caso, l’esercito israeliano ha affermato di aver colpito “terroristi” che operavano da un centro di comando all’interno del complesso scolastico, riporta Reuters.
Mercoledì, le Brigate al-Qassam, ala militare del gruppo palestinese Hamas, hanno dichiarato di aver fatto esplodere un campo minato precedentemente posizionato contro una forza corazzata israeliana a est di Khan Younis. Hanno inoltre affermato di aver causato perdite tra i militari, seguite da un bombardamento a colpi di mortaio nell’area.
A Rafah, vicino al confine con l’Egitto, residenti e fonti di Hamas hanno riferito che le forze israeliane, ormai presenti nella città, continuano a far saltare in aria e demolire abitazioni e strutture.
Le truppe israeliane hanno già preso il controllo di circa un terzo del territorio di Gaza, sfollando gran parte della popolazione e costruendo torri di osservazione e postazioni di sorveglianza su aree ripulite, che il comando militare definisce “zone di sicurezza”.
Lunedì scorso, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che l’offensiva contro Hamas sarà “intensiva”, dopo che il suo gabinetto di sicurezza ha approvato piani che potrebbero includere la presa dell’intera Striscia di Gaza e il controllo diretto degli aiuti umanitari. Fonti israeliane hanno inoltre indicato Rafah come possibile nuova zona umanitaria.