Le autorità israeliane hanno ordinato la chiusura di sei scuole gestite dall’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, nei quartieri di Gerusalemme Est, compreso il campo profughi di Shuafat. Le forze di polizia sono entrate nelle strutture per far rispettare la chiusura, lasciando avvisi ufficiali in ebraico all’ingresso e, secondo quanto riferito da fonti dell’agenzia, arrestando almeno un membro dello staff.
Secondo quanto riportato dall’Associated Press, il governo israeliano ha motivato la decisione sostenendo che le scuole non possiedono le autorizzazioni ministeriali previste per operare legalmente in territorio israeliano. Inoltre, le accuse rivolte all’Unrwa includono l’insegnamento di contenuti ritenuti “anti-israeliani” nei materiali didattici. L’Unrwa ha però respinto tali accuse, ricordando che le scuole operano da anni sulla base di un accordo formale con Israele tuttora in vigore.
Il fotografo dell’AFP presente sul posto ha riferito che durante le operazioni di chiusura la polizia israeliana ha fatto irruzione nei cortili scolastici e ha usato gas lacrimogeni anche in presenza di studenti. Le famiglie palestinesi hanno espresso forte preoccupazione, temendo per la sicurezza e la continuità educativa dei figli: con la chiusura delle scuole Unrwa, molti bambini saranno costretti a percorrere distanze maggiori e attraversare checkpoint israeliani per accedere ad altre scuole.
Il Comune di Gerusalemme ha dichiarato che circa 900 studenti erano iscritti negli istituti dell’Unrwa e ha promesso sistemazioni alternative. Tuttavia, non è chiaro se le nuove strutture saranno in grado di accogliere tutti gli studenti e garantire lo stesso livello di istruzione.
Le tensioni tra Israele e l’Unrwa si sono intensificate negli ultimi mesi, soprattutto dopo le accuse, ancora oggetto di indagine interna, secondo cui alcuni membri dell’agenzia avrebbero partecipato agli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023. Israele ha successivamente imposto un divieto totale alle attività dell’Unrwa nel proprio territorio, inclusa Gerusalemme Est.
Nonostante le pressioni, l’Unrwa ha dichiarato che continuerà a fornire servizi essenziali ai rifugiati palestinesi in città “finché sarà possibile”, sottolineando il proprio ruolo indispensabile in un contesto umanitario già estremamente fragile.
