Josep Borrell accusa Israele di genocidio: "La più grande pulizia etnica dopo la seconda guerra mondiale"
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Josep Borrell accusa Israele di genocidio: "La più grande pulizia etnica dopo la seconda guerra mondiale"

L’ex Alto rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera, Josep Borrell, ha lanciato un durissimo attacco contro il governo israeliano, accusandolo di genocidio

Josep Borrell accusa Israele di genocidio: "La più grande pulizia etnica dopo la seconda guerra mondiale"
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10 Maggio 2025 - 11.51


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L’ex Alto rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera, Josep Borrell, ha lanciato un durissimo attacco contro il governo israeliano, accusandolo di genocidio a Gaza e di star conducendo “la più grande operazione di pulizia etnica dalla fine della seconda guerra mondiale, per trasformare l’area in una splendida destinazione turistica”.

Borrell, già ministro degli Esteri spagnolo, presidente del Parlamento europeo dal 2004 al 2007 e capo della diplomazia europea dal 2019 al 2024, ha criticato anche l’incapacità dell’UE di usare tutti gli strumenti a disposizione per influenzare Israele, sostenendo che semplici espressioni di rammarico non siano più sufficienti.

Nel corso della cerimonia di consegna del premio europeo Carlo V, alla presenza di personalità tra cui il re Felipe di Spagna, Borrell ha affermato che gli orrori subiti da Israele negli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 non possono giustificare le atrocità compiute successivamente a Gaza.

“Stiamo assistendo alla più grande operazione di pulizia etnica dalla fine della seconda guerra mondiale”, ha dichiarato in un discorso dal tono diretto. “Una volta rimossi i milioni di tonnellate di macerie e dopo che i palestinesi saranno morti o scacciati, Gaza diventerà una splendida meta turistica”.

L’ex diplomatico ha accusato Israele di aver violato tutte le norme del diritto bellico, usando la fame della popolazione civile di Gaza come “arma di guerra”.

“Su Gaza è stata sganciata una potenza esplosiva tre volte superiore a quella della bomba di Hiroshima”, ha detto. “E da mesi non entra nulla nella Striscia: né acqua, né cibo, né elettricità, né carburante, né cure mediche. È quanto hanno dichiarato i ministri di Netanyahu, ed è ciò che hanno fatto”.

Ha poi aggiunto: “Tutti sappiamo cosa sta accadendo, e abbiamo ascoltato le dichiarazioni degli obiettivi da parte dei ministri israeliani, dichiarazioni che rappresentano chiaramente un’intenzione genocida. Raramente ho sentito un leader statale esporre con tanta chiarezza un piano che risponde alla definizione giuridica di genocidio”.

Borrell ha anche rimproverato l’Europa per aver abdicato alle proprie responsabilità morali e umanitarie riguardo alla crisi a Gaza.

“L’Europa ha i mezzi e la capacità non solo di protestare, ma anche di influenzare il comportamento di Israele. Eppure non lo sta facendo. Forniamo metà delle bombe che cadono su Gaza. Se davvero crediamo che stiano morendo troppe persone, allora la risposta naturale dovrebbe essere fornire meno armi e usare la leva dell’accordo di associazione per esigere il rispetto del diritto umanitario internazionale, anziché limitarci a lamentarne la violazione”.

Nel suo intervento, il veterano politico socialista ha riflettuto anche sugli attuali scenari geopolitici, che ha definito “senza precedenti”. L’ordine mondiale nato dopo il 1945, ha detto, è minacciato da Vladimir Putin — “un tiranno la cui sconfitta militare in Ucraina lo ha reso ancora più pericoloso” — e da Donald Trump, definito “il maestro del caos, passato dall’essere un alleato a un avversario”.

La vera sfida per l’Europa, ha proseguito, è capire come affrontare un mondo in cui non può più contare sulla protezione dell’alleato americano.

“Per affrontare questa situazione, dobbiamo passare dal pacifismo strutturale a un forte riarmo, ma su scala europea, se vogliamo evitare sprechi e risvegliare vecchi nazionalismi. Dobbiamo abbandonare un atlantismo comodo e atavico, che ci ha portati a delegare la nostra sicurezza agli Stati Uniti, e costruire una piena sovranità europea, dotando l’Europa anche di una dimensione fiscale e di sicurezza”.

Secondo Borrell, l’Europa non è più il motore né il narratore della storia mondiale.

“Oggi, la storia è un prodotto d’importazione”, ha osservato. “La storia è stata scritta dai soldati russi che hanno marciato verso Kiev all’alba di un giorno di febbraio, e dagli ucraini che hanno resistito. La storia si scrive con il voto degli elettori americani che potrebbero riportare Trump alla Casa Bianca”.

La storia, ha concluso, oggi è anche la competizione tecnologica tra Stati Uniti e Cina. E in un’allusione a Trump ha aggiunto: “I volti della storia oggi sono quelli di Donald Trump, Vladimir Putin e Xi Jinping. Nessuno di loro è europeo. Li conosco — o perlomeno li conosco un po’ — e posso assicurarvi che due di loro sono più intelligenti del terzo. Il problema è che il terzo non lo sa”.


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