José "Pepe" Mujica, verso l'addio: ultime ore per l’ex presidente dell’Uruguay malato di cancro

La moglie ha spiegato che Mujica è ormai in fase terminale e si trova sotto cure palliative. “È alla sua fine”, ha detto, aggiungendo che i medici stanno “cercando di far sì che accada nel miglior modo possibile,

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12 Maggio 2025 - 23.25


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Tempo fa, l’ex presidente dell’Uruguay José “Pepe” Mujica aveva anticipato con lucidità e serenità che la malattia contro cui stava lottando era incurabile. Lo scorso gennaio aveva reso noto di essere affetto da un cancro all’esofago già in fase avanzata e in estensione ad altri organi. “Il cancro si sta diffondendo nel mio fegato. Non posso fare nulla per fermarlo perché ho due malattie croniche e il mio corpo non regge né un intervento chirurgico né trattamenti biochimici”, aveva dichiarato. Un annuncio che suonava come un commiato sobrio e dignitoso, in linea con la figura pubblica e privata che Mujica ha rappresentato per decenni.

Oggi, a confermare il peggioramento delle sue condizioni, è stata la moglie e compagna di una vita, Lucía Topolansky, anch’essa figura politica di primo piano e già vicepresidente dell’Uruguay. Intervistata dal quotidiano La Diaria, Topolansky ha spiegato che Mujica è ormai in fase terminale e si trova sotto cure palliative. “È alla sua fine”, ha detto, aggiungendo che i medici stanno “cercando di far sì che accada nel miglior modo possibile, perché si tratta di un finale già annunciato”.

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“Sto con lui da più di quarant’anni. Sarò con lui fino alla fine, è stata la mia promessa”, ha dichiarato. Ha anche espresso il desiderio di mantenere la riservatezza in un momento così delicato, pur riconoscendo che, con un personaggio come Pepe, “è un po’ impossibile” evitare l’attenzione pubblica.


Mujica, storia di un combattente

José Mujica, classe 1935, è stato presidente dell’Uruguay dal 2010 al 2015. Ma il suo profilo ha travalicato i confini della politica tradizionale, diventando simbolo di coerenza, umiltà e idealismo. Ex guerrigliero tupamaro negli anni ’60 e ’70, fu incarcerato per oltre un decennio durante la dittatura militare uruguaiana, molti dei quali passati in isolamento. Liberato con l’amnistia nel 1985, ha saputo riconvertire la sua lotta rivoluzionaria in un impegno democratico, diventando prima deputato, poi ministro e infine capo dello Stato.

La sua presidenza fu segnata da riforme progressiste — come la legalizzazione della cannabis, il matrimonio egualitario e la legge sull’aborto — ma anche da uno stile di vita straordinariamente austero. Mujica rifiutò i lussi della presidenza, continuando a vivere nella sua modesta fattoria ai margini di Montevideo e devolvendo gran parte del suo stipendio ai programmi sociali. Guidava una vecchia Volkswagen Beetle e predicava, in ogni sede, la sobrietà come filosofia di vita.

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Dopo la fine del suo mandato, Mujica è rimasto un punto di riferimento morale per molte persone in America Latina e nel mondo, incarnando un modo diverso di fare politica: diretto, disinteressato, umano. Anche nel momento più difficile, non ha mai rinunciato alla sincerità che lo ha sempre contraddistinto.

Oggi, mentre il suo corpo cede, la sua figura resta saldamente incisa nella memoria collettiva come quella di un leader atipico e profondamente umano.


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