Gaza sotto attacco, ospedali e civili nel mirino delle offensive israeliane: altri massacri
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Gaza sotto attacco, ospedali e civili nel mirino delle offensive israeliane: altri massacri

Gaza è intrappolata in un inferno di fuoco e fame, con gli attacchi militari israeliani che continuano a colpire senza sosta civili e infrastrutture vitali, come ospedali e rifug

Gaza sotto attacco, ospedali e civili nel mirino delle offensive israeliane: altri massacri
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13 Maggio 2025 - 20.26


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Gaza è intrappolata in un inferno di fuoco e fame, con gli attacchi militari israeliani che continuano a colpire senza sosta civili e infrastrutture vitali, come ospedali e rifugi. Un blocco totale, in vigore da 71 giorni, ha strangolato l’accesso a cibo, medicinali e aiuti, trasformando l’enclave in una zona al collasso umanitario. Le informazioni, tratte esclusivamente dalla diretta di Al Jazeera del 13 maggio 2025, dipingono un quadro devastante: migliaia di morti, ospedali ridotti in macerie e una popolazione allo stremo.

Dalla rottura della tregua di due mesi, il 18 marzo 2025, gli attacchi israeliani hanno ucciso almeno 1.928 palestinesi, portando il bilancio totale del conflitto a oltre 51.300 morti, secondo il Ministero della Sanità di Gaza gestito da Hamas. Tra le vittime recenti ci sono numerosi civili, tra cui bambini e operatori sanitari, colpiti in raid su strutture mediche e aree residenziali. Il blocco, iniziato il 2 marzo, ha causato la morte di 57 persone per fame, mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che 290.000 bambini rischiano di morire a breve per malnutrizione. Si stima che 11.000 persone, in gran parte donne e bambini, siano ancora intrappolate sotto le macerie.

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Gli ospedali, già al collasso, sono diventati bersagli frequenti. Un attacco aereo sul Nasser Medical Complex, nel sud di Gaza, ha ucciso almeno due persone, tra cui il giornalista Hassan Eslaih, che stava ricevendo cure per ferite pregresse. L’ospedale, un rifugio per pazienti e sfollati, è stato devastato, con attrezzature mediche distrutte e feriti lasciati senza assistenza. Un’inchiesta di Al Jazeera ha rivelato che l’esercito israeliano utilizza droni armati per colpire strutture sanitarie, trasformando strumenti di sorveglianza in armi letali. Il blocco ha interrotto l’arrivo di medicinali essenziali, lasciando 70.000 pazienti cronici, tra cui malati di cancro e diabete, senza cure. Secondo l’OMS, non esistono più unità di terapia intensiva funzionanti a Gaza, e gli ospedali operano a malapena.

I civili, in particolare donne e bambini, pagano il prezzo più alto. Il 23 aprile, un bombardamento su una scuola adibita a rifugio a Gaza City ha ucciso 13 persone, tra cui diversi bambini, con sei corpi ancora sepolti sotto le macerie. Un attacco simile, il 24 aprile, ha colpito la scuola Yaffa, sempre nella città, causando altre vittime civili. Quartieri residenziali e campi di tende sono stati colpiti senza sosta: il 22 aprile, raid aerei su aree densamente popolate hanno ucciso decine di persone, distruggendo intere famiglie. L’ONU ha definito questi attacchi “indiscriminati”, sottolineando che il 90% della popolazione di Gaza è stato sfollato più volte dall’ottobre 2023.

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Il blocco israeliano ha trasformato Gaza in un luogo che il governo statunitense ha definito “inabitabile”, con ordigni inesplosi sparsi ovunque. L’OMS riferisce che il 100% dei 2,1 milioni di abitanti affronta un’insicurezza alimentare acuta, con 500.000 persone a un passo dalla carestia. Gli aiuti umanitari sono stati bloccati al 90%, e proposte sostenute dagli Stati Uniti per gestire gli aiuti tramite una fondazione privata sono state criticate come un tentativo di politicizzare la crisi. UNICEF avverte che i bambini di Gaza rischiano danni irreversibili a causa della malnutrizione, con conseguenze che segneranno un’intera generazione.

Sul piano diplomatico, la liberazione del soldato statunitense-israeliano Edan Alexander da parte di Hamas ha acceso una flebile speranza, con il gruppo che ha confermato colloqui diretti con gli Stati Uniti. Tuttavia, Hamas ha dichiarato che i negoziati sono “inutili” finché il blocco continuerà, rifiutando la richiesta israeliana di disarmo. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato l’invio di mediatori in Qatar per discutere della liberazione di altri ostaggi, ma ha anche minacciato un’offensiva su larga scala che potrebbe costringere 1,15 milioni di palestinesi—metà della popolazione di Gaza—a fuggire. I palestinesi temono una “seconda Nakba”, un esodo forzato che riecheggia la catastrofe del 1948. Proteste internazionali, come quelle a Basilea contro la partecipazione di Israele all’Eurovision, non sono riuscite a fermare l’escalation.

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Mentre Gaza affonda in una crisi senza precedenti, con ospedali distrutti e civili intrappolati tra bombe e fame, la comunità internazionale appare impotente. La popolazione, privata di ripari sicuri e aiuti, vive un’agonia quotidiana. Serve un intervento urgente per fermare le ostilità e aprire i corridoi umanitari, prima che il costo umano diventi ancora più insopportabile. Per ora, Gaza resta un grido di dolore che il mondo non può ignorare.

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