Pressioni saudite per la pace in Palestina: Trump rimuove le sanzioni alla Siria e vola in Qatar

Durante il Forum per gli Investimenti USA-Arabia Saudita a Riyadh, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato la revoca delle sanzioni contro la Siria

Pressioni saudite per la pace in Palestina: Trump rimuove le sanzioni alla Siria e vola in Qatar
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump (al centro) incontra il presidente siriano Ahmed al-Sharaa (a sinistra) e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman Al Saud.
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14 Maggio 2025 - 11.54


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Rimozione delle sanzioni alla Siria: un nuovo capitolo

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Durante il Forum per gli Investimenti USA-Arabia Saudita a Riyadh, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato la revoca delle sanzioni contro la Siria, in vigore dal 2004 e rafforzate nel 2011, per favorire la stabilizzazione del paese sotto il nuovo governo di Ahmed al-Sharaa, ex leader di Hayat Tahrir al-Sham. La decisione, accolta con celebrazioni a Damasco, mira a reintegrare la Siria nell’economia globale.

  • Incontro con al-Sharaa: Trump ha discusso con il presidente siriano ad interim a margine del summit USA-GCC, su invito del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman e del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Al-Sharaa ha sollecitato investimenti americani nel settore petrolifero siriano, con rumors su una possibile “Trump Tower” a Damasco.
  • Reazioni internazionali: L’ONU ha appoggiato la mossa, ma Israele ha espresso preoccupazioni, temendo un rafforzamento di gruppi legati alla nuova leadership siriana.

Pressioni saudite per la Palestina: il cuore del summit

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Il conflitto in Palestina, in particolare a Gaza, è stato al centro dei colloqui a Riyadh. L’Arabia Saudita, con Qatar ed Emirati Arabi Uniti, ha esercitato forti pressioni sugli Stati Uniti per un cessate il fuoco e negoziati per affrontare la crisi umanitaria. Trump ha discusso con Mohammed bin Salman l’urgenza di progressi, con i sauditi che vedono una soluzione come chiave per la stabilità regionale e per contenere l’influenza iraniana.

  • Ruolo dei mediatori: Qatar ed Egitto hanno collaborato con l’amministrazione Trump per il rilascio di Edan Alexander, cittadino americano catturato da Hamas il 7 ottobre. Questo successo ha rafforzato i negoziati mediati da Doha, dove Trump proseguirà le discussioni.
  • Tensioni con Israele: Le pressioni saudite si scontrano con la linea dura di Israele, che sotto Benjamin Netanyahu punta a consolidare il controllo regionale attraverso operazioni militari in Gaza, Libano, Siria e Yemen.

Accordi economici: il pilastro di Riyadh

La visita ha prodotto accordi significativi, tra cui un’intesa di difesa da 142 miliardi di dollari e un impegno saudita di 600 miliardi per investimenti negli Stati Uniti. Trump ha privilegiato il “dealmaking”, accantonando temi come la normalizzazione tra Arabia Saudita e Israele.

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  • Polemica sul jet di lusso: La visita è stata offuscata dall’accettazione di un aereo da 400 milioni di dollari offerto dal Qatar, definito da Trump un “gesto magnifico”. La mossa ha scatenato critiche negli Stati Uniti, con il senatore Chuck Schumer che minaccia di bloccare nomine al Dipartimento di Giustizia.

Prossima tappa: Qatar e negoziati cruciali

Trump è atteso in Qatar per una cena di stato e annunci di investimenti miliardari negli Stati Uniti. Doha, alleato strategico, sarà centrale nei negoziati su Gaza e Siria. La visita si concluderà negli Emirati Arabi Uniti, con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione regionale.

  • Cooperazione GCC: A Riyadh, Trump ha posato con i leader del Consiglio di Cooperazione del Golfo, tra cui l’emiro del Qatar Sheikh Tamim bin Hamad Al-Thani, sottolineando l’unità regionale per affrontare le crisi in corso.
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