Strage a Gaza: raid israeliani uccidono almeno 28 palestinesi, colpito ancora l’ospedale Nasser
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Strage a Gaza: raid israeliani uccidono almeno 28 palestinesi, colpito ancora l’ospedale Nasser

Nelle prime ore di oggi, almeno 28 palestinesi sono stati uccisi in una nuova ondata di bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti mediche locali citate da Al Jazeera, sottolineando l’intensità degli attacchi avvenuti in particolare a Khan Younis

Strage a Gaza: raid israeliani uccidono almeno 28 palestinesi, colpito ancora l’ospedale Nasser
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19 Maggio 2025 - 10.50


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Nelle prime ore di oggi, almeno 28 palestinesi sono stati uccisi in una nuova ondata di bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti mediche locali citate da Al Jazeera, sottolineando l’intensità degli attacchi avvenuti in particolare a Khan Younis, nel sud dell’enclave assediata. In quella zona, sei civili sono morti sotto i colpi dell’artiglieria e dei raid aerei dell’IDF (Forze di Difesa Israeliane).

Colpito il deposito di medicinali del Nasser Hospital

Tra gli obiettivi colpiti figura ancora una volta il complesso medico di Nasser Hospital, già più volte attaccato nei mesi scorsi. Il Ministero della Salute di Gaza ha diffuso immagini sui social network che mostrano un deposito completamente distrutto, contenente forniture essenziali, come flebo e farmaci salvavita. Le casse danneggiate testimoniano l’impatto devastante del raid sull’infrastruttura sanitaria già messa in ginocchio da mesi di guerra e assedio.

Secondo il dottor Muhammad Zaqout, direttore generale degli ospedali di Gaza, il personale medico vive nella paura costante di un’incursione militare israeliana diretta all’interno dell’ospedale. Nonostante le condizioni estremamente critiche, la struttura ha continuato a ricevere feriti provenienti da Khan Younis, oltre ai corpi di almeno sei persone uccise nei bombardamenti.

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Un assedio sistematico contro la sanità palestinese

L’attacco odierno si inserisce in un’escalation sistematica di violenze contro il Nasser Hospital e altri presidi medici nella Striscia. Solo martedì scorso, un raid israeliano ha colpito l’ospedale uccidendo almeno due persone, tra cui il giornalista palestinese Hassan Eslaih, che si trovava nella struttura per ricevere cure. Il mese precedente, le forze israeliane avevano già colpito la tenda dei media allestita nei pressi dell’ingresso, uccidendo altri due civili in un attacco mirato contro lo stesso Eslaih.

In marzo, un bombardamento sull’edificio del pronto soccorso aveva causato la morte di almeno cinque persone, fra cui un dirigente politico di Hamas e un ragazzo di 16 anni. Ma l’episodio più drammatico resta quello del febbraio 2024, quando l’ospedale fu assediato dalle truppe israeliane per oltre una settimana. Migliaia di civili che vi si erano rifugiati furono costretti a fuggire, mentre i soldati arrestavano più di 200 persone, compresi 70 membri del personale sanitario. Decine di civili furono uccisi, molti dei quali colpiti da cecchini mentre tentavano di avvicinarsi all’ingresso della struttura. Almeno otto pazienti morirono per la mancanza di ossigeno durante l’assedio, secondo quanto riportato dall’agenzia Wafa.

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La strategia della distruzione e l’impunità internazionale

L’attacco deliberato a infrastrutture sanitarie protette dal diritto internazionale umanitario configura crimini di guerra, ma finora Israele ha agito nella più totale impunità. Le immagini che giungono da Khan Younis parlano di una strategia di annientamento non solo delle capacità militari di Hamas, ma delle condizioni minime di sopravvivenza per la popolazione civile.

La leadership israeliana, e in particolare il primo ministro Benjamin Netanyahu, porta la responsabilità politica e morale di una campagna militare che sta trasformando Gaza in una terra desolata, dove ospedali, scuole, campi profughi e rifugi umanitari sono divenuti bersagli quotidiani. La reiterazione degli attacchi al Nasser Hospital è solo uno degli esempi più tragici di una guerra condotta contro ogni principio di proporzionalità e distinzione tra obiettivi civili e militari.

Un appello alla giustizia e alla memoria

Il silenzio della comunità internazionale e l’inerzia delle istituzioni giuridiche internazionali di fronte a queste atrocità aprono scenari inquietanti per il futuro del diritto internazionale. Se la distruzione sistematica di un ospedale, con le sue vittime civili e il suo personale medico preso di mira, non suscita una risposta globale adeguata, allora si sancisce la fine di ogni tutela per le popolazioni in guerra.

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Le vittime di Khan Younis e di tutto il territorio di Gaza meritano giustizia, e il mondo ha il dovere di chiamare le cose con il loro nome: crimini di guerra, perpetrati con cinismo e premeditazione, sotto la responsabilità politica diretta del governo Netanyahu.

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