Gaza: l'Onu denuncia il devastante bilancio umano del conflitto con oltre 28.000 donne e ragazze uccise
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Gaza: l'Onu denuncia il devastante bilancio umano del conflitto con oltre 28.000 donne e ragazze uccise

A Gaza, dove “oltre 28.000 donne e ragazze sono state uccise” dall’ottobre 2023, una media di una donna o ragazza ogni ora a causa degli attacchi delle forze israeliane.

Gaza: l'Onu denuncia il devastante bilancio umano del conflitto con oltre 28.000 donne e ragazze uccise
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20 Maggio 2025 - 21.47


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L’ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile, UN Women, ha pubblicato una nota che evidenzia il tragico impatto del conflitto in corso a Gaza, dove “oltre 28.000 donne e ragazze sono state uccise” dall’ottobre 2023, una media di una donna o ragazza ogni ora a causa degli attacchi delle forze israeliane. “Tra le vittime, migliaia erano madri, che hanno lasciato bambini, famiglie e comunità devastate. Queste cifre sottolineano il devastante bilancio umano del conflitto e delle vite e del futuro persi troppo presto”, si legge nella nota.

La denuncia arriva in un contesto di crescente condanna internazionale per le azioni di Israele nella Striscia di Gaza, con il governo britannico che, sotto la guida del primo ministro Keir Starmer, ha recentemente sospeso le trattative commerciali con Israele, criticando il blocco degli aiuti umanitari e minacciando sanzioni. Il segretario agli Esteri David Lammy ha convocato l’ambasciatore israeliano per esprimere la profonda preoccupazione di Londra per la crisi umanitaria, che ha aggravato le sofferenze di una popolazione già allo stremo.

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Le morti dei bambini

Il conflitto ha inflitto un costo inimmaginabile anche sui bambini di Gaza, con stime delle Nazioni Unite che indicano che circa il 44% delle vittime verificate nei primi sei mesi di guerra erano minori, con un’età media compresa tra i 5 e i 9 anni. Secondo un rapporto dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, oltre 11.000 bambini sono stati uccisi in un anno, un numero senza precedenti rispetto a qualsiasi altro conflitto recente. Questi dati, raccolti con verifica rigorosa, evidenziano una “violazione sistematica dei principi fondamentali del diritto umanitario internazionale, inclusi quelli di distinzione e proporzionalità”. La maggior parte di queste giovani vittime è stata colpita in edifici residenziali o strutture simili, spesso mentre cercavano riparo da bombardamenti incessanti. Il rapporto ONU sottolinea come l’assenza di luoghi sicuri e l’impossibilità di accedere a cibo, acqua potabile e cure mediche abbiano trasformato Gaza in un “trappola mortale” per i più vulnerabili, con intere generazioni private di un futuro.

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I crimini di guerra

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant sono stati deferiti alla Corte Penale Internazionale (CPI) dell’Aia per presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi a partire dall’8 ottobre 2023. Il 21 novembre 2024, la CPI ha emesso mandati di arresto per entrambi, accusandoli di “aver intenzionalmente e consapevolmente privato la popolazione civile di Gaza di oggetti indispensabili alla loro sopravvivenza, inclusi cibo, acqua, medicinali e forniture mediche, oltre a carburante ed elettricità”.

Le accuse includono il crimine di guerra di “fame come metodo di guerra” e crimini contro l’umanità come omicidio, persecuzione e atti disumani, considerati parte di un “attacco diffuso e sistematico” contro i civili palestinesi.

Inoltre, la CPI ha ritenuto che vi siano “fondati motivi” per ritenere Netanyahu e Gallant responsabili come superiori civili per “attacchi intenzionali contro la popolazione civile”.

Rapporti di organizzazioni come Amnesty International e Human Rights Watch hanno ulteriormente aggravato le accuse, denunciando atti che potrebbero configurare il genocidio, come la distruzione sistematica delle infrastrutture civili, inclusi ospedali e scuole, e l’uso di violenza sessuale come strategia di guerra. La comunità internazionale, inclusi paesi come il Regno Unito, ha ribadito il proprio impegno a rispettare le decisioni della CPI, con il governo britannico che ha indicato che Netanyahu potrebbe essere arrestato se entrasse nel Regno Unito.

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L’escalation di queste accuse e la crescente pressione diplomatica sottolineano l’urgenza di un cessate il fuoco immediato e di un’indagine indipendente per garantire giustizia alle vittime. La comunità internazionale è chiamata a rispondere con fermezza a un conflitto che ha devastato Gaza, lasciando cicatrici profonde su donne, bambini e intere comunità.

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