Le relazioni tra Regno Unito e Israele sono precipitate al punto più basso da decenni, dopo che il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, ha annunciato la sospensione dei negoziati per un nuovo accordo di libero scambio con Israele. La decisione è arrivata in seguito alle dichiarazioni di alcuni ministri del governo israeliano che hanno invocato la necessità di “purificare Gaza” espellendo la popolazione palestinese, parole che Lammy ha definito “ripugnanti, mostruose ed estremiste”.
Il capo della diplomazia britannica ha anche comunicato che verranno rivisti i più ampi colloqui in corso per definire una futura roadmap strategica tra Regno Unito e Israele.
Lammy ha duramente criticato il rifiuto di Israele di consentire l’ingresso di migliaia di camion umanitari destinati alla popolazione palestinese affamata, affermando che il trattamento riservato ai palestinesi rappresenta “un affronto ai valori del popolo britannico” e risulta “incompatibile con i principi che sono alla base del rapporto bilaterale tra Regno Unito e Israele”.
Utilizzando un linguaggio mai adoperato dall’inizio del conflitto a Gaza, Lammy ha definito la prevista nuova grande offensiva militare dell’esercito israeliano “moralmente ingiustificabile, completamente sproporzionata e del tutto controproducente”.
Mostrandosi visibilmente indignato nei confronti del governo del premier israeliano Benjamin Netanyahu, Lammy ha dichiarato: “Stiamo entrando in una nuova, oscura fase di questo conflitto. Il governo Netanyahu sta pianificando di cacciare i gazawi dalle loro case, confinandoli in un angolo del sud della Striscia, e concedendo loro solo una minima parte degli aiuti necessari”.
Israele accusa il Regno Unito di “ossessione anti-israeliana”
La reazione di Tel Aviv non si è fatta attendere. Il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Oren Marmorstein, ha accusato Londra di coltivare “un’ossessione anti-israeliana”. Riferendosi alla sospensione dei negoziati commerciali, ha dichiarato: “Se, per ossessione anti-israeliana o per calcoli politici interni, il governo britannico è disposto a danneggiare la propria economia, è una sua scelta”.
Marmorstein ha definito “ingiustificate e deplorevoli” le sanzioni imposte dal Regno Unito nei confronti della Cisgiordania. “Il mandato britannico è terminato esattamente 77 anni fa. Nessuna pressione esterna distoglierà Israele dal suo impegno a difendere la propria esistenza e sicurezza contro chi ne auspica la distruzione”.
“Parole mostruose” da parte dei ministri israeliani
Rivolgendosi ai parlamentari britannici, Lammy ha dichiarato: “Ieri il ministro Bezalel Smotrich ha parlato di ‘pulizia’ di Gaza da parte delle forze israeliane, di ‘distruzione di ciò che resta’ e del trasferimento forzato dei palestinesi verso Paesi terzi. Dobbiamo chiamare le cose con il loro nome: questo è estremismo. È pericoloso. È ripugnante. È mostruoso”.
Lammy ha inoltre annunciato la convocazione dell’ambasciatrice israeliana a Londra, Tzipi Hotovely, alla quale verranno presentate le richieste del Regno Unito affinché l’offensiva in corso venga immediatamente interrotta.
Il ministro degli Esteri ha ribadito che Israele è stato vittima di “un attacco orrendo” il 7 ottobre 2023 e che il Regno Unito ne riconosce il diritto alla difesa. Tuttavia, ha aggiunto, “l’escalation militare a Gaza non è moralmente giustificabile, è completamente sproporzionata, è totalmente controproducente. Qualsiasi cosa dicano i ministri israeliani, questa non è la strada per riportare a casa gli ostaggi in sicurezza”.
La catastrofe umanitaria e la condanna internazionale
Israele sostiene di trattenere gli aiuti perché verrebbero sottratti da Hamas, e giustifica l’offensiva con la necessità di eliminare i terroristi e liberare gli ostaggi ancora in mano al movimento islamista.
Ma secondo Lammy, “Israele non otterrà la liberazione degli ostaggi provocando una catastrofe umanitaria”. Ha aggiunto: “I civili a Gaza, che già affrontano fame, sfollamento, traumi e che implorano la fine di questa guerra, ora si trovano di fronte a nuovi bombardamenti, nuovi spostamenti e ulteriori sofferenze. Gli ostaggi, separati da quasi 600 giorni dai loro cari, sono ora a rischio ancora maggiore a causa della guerra che li circonda”.
Lammy ha denunciato che “meno di dieci camion” sono riusciti a entrare a Gaza nella giornata di ieri. Ha citato gli allarmi lanciati da ONU e OMS riguardo al pericolo imminente di carestia che minaccia centinaia di migliaia di palestinesi. “È abominevole”, ha concluso.
Ha anche lanciato un monito al governo israeliano: “State isolando Israele dai suoi amici e partner nel mondo. State compromettendo gli interessi del popolo israeliano. State danneggiando l’immagine stessa dello Stato di Israele agli occhi del mondo. Lo trovo profondamente doloroso, da amico di lunga data di Israele e sostenitore dei valori contenuti nella sua dichiarazione d’indipendenza”.
Le critiche interne a Lammy e le richieste di misure più dure
Tuttavia, tra i banchi dei Comuni, numerosi deputati laburisti – e anche diversi conservatori – hanno ritenuto che le parole di Lammy non siano sufficienti se non accompagnate da azioni più incisive. Molti chiedono una stretta sull’export di armi britanniche verso Israele, il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina durante la prossima conferenza ONU, e un embargo totale sul commercio con Israele.
Lammy ha risposto affermando che ulteriori misure concrete verranno prese in considerazione, ma sempre in coordinamento con gli alleati internazionali.
Nuove sanzioni contro coloni e insediamenti illegali
Il governo britannico ha nel frattempo imposto nuove sanzioni a tre coloni israeliani e quattro entità operative in Cisgiordania. Tra i sanzionati figura anche Daniella Weiss, veterana del movimento dei coloni e leader del gruppo estremista Nachala, recentemente intervistata da Louis Theroux in un documentario. Weiss ha liquidato le sanzioni come “infantili” e ha dichiarato che non influenzeranno né lei né il movimento dei coloni. “Mio marito ha già comprato i biglietti per un giro del mondo che non passa per la Gran Bretagna”, ha detto. “Non è una cosa seria. Se l’avesse fatta un bambino, potremmo dire che non capisce”.
Oltre a lei, sono stati sanzionati anche Zohar Sabah, già colpito da sanzioni statunitensi, e alcune fattorie da cui, secondo le indagini, sono partite aggressioni verso scuole palestinesi.
Tuttavia, Lammy si è astenuto dall’inserire nella lista dei sanzionati due ministri del governo Netanyahu: il ministro delle Finanze Smotrich e il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, pur dichiarando che le loro dichiarazioni saranno oggetto di monitoraggio.
Smotrich ha recentemente affermato: “Così come abbiamo raso al suolo Rafah, raseremo al suolo tutta Gaza”.
Lammy ha sottolineato che esiste già un piano delle Nazioni Unite per far entrare rapidamente oltre 9.000 camion di aiuti. Ha invitato Netanyahu a porre immediatamente fine al blocco.
Sono state inoltre imposte sanzioni a diverse entità coinvolte nella costruzione di insediamenti illegali, tra cui Libi Construction and Infrastructure Ltd, Harel Libi, Coco’s Farm Outpost e Neria’s Farm Outpost, accusate di gravi violazioni dei diritti umani.
Il leader laburista Keir Starmer ha infine affermato: “Non possiamo permettere che il popolo di Gaza muoia di fame. I livelli di sofferenza sono intollerabili. La recente decisione di Israele di permettere l’ingresso di una quantità minima di cibo è del tutto insufficiente. Dobbiamo coordinarci: questa guerra è andata avanti troppo a lungo.”