Gaza, 21 maggio 2025, cronaca dell'ennesimo giorno di massacri e crimini 82 morti tra cui un neonato di una settimana

Un’altra giornata di morte e distruzione ha segnato la Striscia di Gaza, dove gli attacchi aerei e terrestri israeliani hanno provocato almeno 82 vittime, tra cui donne, bambini e un neonato di appena una settimana,

Gaza, 21 maggio 2025, cronaca dell'ennesimo giorno di massacri e crimini  82 morti tra cui un neonato di una settimana
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21 Maggio 2025 - 16.36


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Un’altra giornata di morte e distruzione ha segnato la Striscia di Gaza, dove gli attacchi aerei e terrestri israeliani hanno provocato almeno 82 vittime, tra cui donne, bambini e un neonato di appena una settimana, secondo quanto riportato dal Ministero della Salute di Gaza e dagli ospedali locali.

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Il bilancio, inizialmente fermo a 45 morti, è cresciuto drammaticamente nel corso della giornata, mentre i raid si sono intensificati su aree densamente popolate come Khan Younis, Jabalia e Deir el-Balah, suscitando crescenti critiche internazionali per l’escalation militare israeliana.

Secondo quanto riferito da Al Jazeera, almeno 38 palestinesi sono stati uccisi dall’alba di mercoledì, con i bombardamenti più pesanti concentrati su Khan Younis, nel sud della Striscia. Un attacco su un accampamento di sfollati ha distrutto tende e ucciso civili, tra cui famiglie che avevano già perso tutto. Il Ministero della Salute di Gaza ha denunciato che le forze israeliane hanno deliberatamente preso di mira i generatori di energia dell’Ospedale Indonesiano nel nord, rendendo la struttura inoperativa. “È una crisi sanitaria catastrofica,” ha dichiarato un medico ad Al Jazeera. “Senza elettricità, non possiamo usare le attrezzature salvavita. I pazienti muoiono perché non abbiamo risorse.”

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L’agenzia di stampa palestinese WAFA ha riportato che un attacco aereo su una casa a Jabalia ha ucciso quattro persone, mentre altri raid su Deir el-Balah hanno ferito decine di civili. A Khan Younis, i bombardamenti hanno colpito quartieri residenziali, aggravando una situazione umanitaria già al collasso. WAFA ha sottolineato che il blocco israeliano, in vigore da marzo, impedisce l’ingresso di aiuti umanitari essenziali, lasciando la popolazione senza cibo, acqua o medicinali. “È una punizione collettiva,” ha detto un funzionario del Ministero della Salute a WAFA, evidenziando come le restrizioni stiano portando la Striscia sull’orlo della fame di massa.

Fonti arabe qualificate, come Al Araby TV, hanno riferito che un giornalista e 11 membri della sua famiglia sono stati uccisi in un attacco mirato, un episodio che solleva ulteriori preoccupazioni sul targeting di civili e operatori dei media. Gli attacchi hanno colpito anche scuole e campi profughi, con ospedali sopraffatti da feriti che non possono essere curati adeguatamente a causa della carenza di forniture mediche. “Ogni bomba sembra cadere su chi non ha nulla a che fare con il conflitto,” ha detto un residente di Gaza ad Al Araby, descrivendo la disperazione di chi vive sotto il fuoco incessante.

L’intensificazione delle operazioni militari israeliane, parte dell’operazione denominata “Gideon’s Chariots” secondo fonti di Al Jazeera, avviene nonostante le proteste internazionali. Il Regno Unito ha sospeso i negoziati commerciali con Israele, mentre l’Unione Europea sta valutando una revisione dell’accordo commerciale con lo Stato ebraico, secondo quanto riportato da Reuters il 20 maggio. Tuttavia, queste misure non hanno fermato i bombardamenti, che continuano a colpire infrastrutture civili vitali, come ospedali e scuole, in violazione del diritto internazionale umanitario.

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La situazione umanitaria a Gaza è al collasso. Al Jazeera ha riferito che 14.000 bambini sono a rischio di morte per fame nelle prossime 48 ore a causa del blocco israeliano, che impedisce l’ingresso di cibo e aiuti. “Non c’è più nulla da mangiare,” ha raccontato una madre a Deir el-Balah ad Al Jazeera. “I miei figli vanno a letto affamati ogni notte.” L’Onu e le ong hanno ripetutamente chiesto a Israele di consentire l’accesso agli aiuti, ma le richieste sono rimaste inascoltate.

Le azioni militari israeliane, che il governo di Netanyahu giustifica come necessarie per contrastare Hamas, appaiono sempre più sproporzionate e indiscriminata agli occhi della comunità internazionale. La deliberata distruzione di infrastrutture civili, il targeting di aree densamente popolate e il blocco degli aiuti umanitari sollevano gravi interrogativi sulla conformità di Israele agli obblighi del diritto internazionale. Mentre il mondo guarda, la popolazione di Gaza continua a pagare il prezzo più alto di un conflitto che sembra non avere fine.

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