Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha escluso la possibilità di un incontro tra delegazioni russe e ucraina in Vaticano, definendolo “irrealistico”, secondo quanto riportato dall’agenzia Tass.
Lavrov ha motivato la sua posizione sostenendo che “non è elegante che Paesi ortodossi discutano in una sede cattolica delle questioni relative alla eliminazione delle cause fondamentali” del conflitto. Tra le ragioni che ostacolerebbero un simile dialogo, ha indicato “il percorso di distruzione della Chiesa ortodossa ucraina” da parte del governo di Kiev. Ha poi concluso sottolineando che “non sarebbe facile per lo stesso Vaticano ricevere delegazioni di due Paesi ortodossi in queste condizioni”.
Anche il Cremlino ha frenato sull’ipotesi di nuovi negoziati, affermando che “non c’è ancora una decisione o un accordo sulla prossima piattaforma negoziale” tra Mosca e Kiev. Il portavoce Dmitri Peskov, citato da Interfax, ha chiarito che “questa decisione non può essere presa da una sola parte”, aggiungendo che “richiede il consenso di entrambe” le nazioni. Le dichiarazioni arrivano in risposta a domande sull’eventualità di colloqui in Vaticano e su un possibile ritorno al tavolo negoziale a Istanbul.
Nel frattempo, dopo un incontro con Papa Francesco, i vescovi europei hanno parlato di una potenziale mediazione della Santa Sede. “Non siamo entrati nei dettagli delle proposte concrete, però ci siamo soffermati veramente sull’importanza di lavorare per una pace che sia una pace giusta, questo equilibrio tra pace e giustizia sembra una cosa molto importante nel suo pensiero”, hanno dichiarato.
Mentre sul fronte diplomatico tutto resta fermo, la guerra prosegue con intensità. Secondo le autorità ucraine, le forze armate russe hanno effettuato nella sola giornata di ieri 658 attacchi aerei su 17 insediamenti della regione di Zaporizhzhia, causando danni a edifici residenziali, veicoli e una scuola.
Lo Stato maggiore ucraino ha riferito su Facebook che le forze russe avrebbero perso 1.050 uomini nelle ultime 24 ore, portando il totale delle perdite russe dall’inizio del conflitto a circa 978.700.
Dal canto suo, Mosca ha denunciato un attacco notturno con 92 droni da parte dell’Ucraina, che avrebbe causato almeno otto feriti. Il ministero della Difesa russo ha precisato che 24 droni sono stati abbattuti nei cieli sopra la regione di Mosca, aggiungendo che il giorno precedente ne erano stati intercettati 22.
A seguito dell’intensificarsi delle incursioni, i quattro principali aeroporti internazionali di Mosca sono stati costretti a sospendere ripetutamente il traffico aereo, con pesanti disagi per i voli. Inoltre, nella regione di Lipetsk, i rottami di un drone abbattuto sono caduti su un’area industriale nei pressi della città di Yelets, provocando un incendio e il ferimento di otto persone, secondo quanto riferito dal governatore locale e riportato dalla Tass.