La Russia ha sferrato un attacco su larga scala con droni e missili contro Kyiv, ferendo almeno 15 persone in quello che è stato uno degli assalti più intensi alla capitale ucraina dall’inizio della guerra, oltre tre anni fa.
L’attacco è avvenuto in più ondate: secondo le autorità ucraine, Mosca ha lanciato 14 missili balistici e 250 droni nelle prime ore di sabato. Le forze ucraine sono riuscite ad abbattere sei missili e a intercettare la maggior parte dei droni prima che raggiungessero la città.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha parlato di una “notte difficile per tutta l’Ucraina” e ha rinnovato l’appello per nuove sanzioni contro la Russia, sottolineando che solo una maggiore pressione potrà portare a un cessate il fuoco.
L’attacco è avvenuto poche ore dopo l’inizio di uno scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina, che ha coinvolto centinaia di soldati e civili. L’accordo, firmato a Istanbul nei giorni scorsi, è stato considerato un primo passo verso una tregua permanente.
Durante i bombardamenti, molti abitanti di Kyiv si sono rifugiati nelle stazioni della metropolitana. Detriti di missili e ordigni non intercettati hanno causato danni in sei distretti della capitale, con colonne di fumo visibili nei punti colpiti.
Il distretto di Obolon è stato tra i più colpiti: almeno cinque persone sono rimaste ferite e un edificio residenziale è stato gravemente danneggiato, secondo le autorità locali. Un residente ha raccontato che la sua abitazione è diventata inagibile.
L’allerta aerea su Kyiv è durata oltre sette ore, mentre i droni e i missili continuavano ad arrivare a ondate. L’attacco russo ha fatto seguito a diversi giorni di incursioni ucraine con droni su obiettivi in Russia, compresa Mosca, provocando la reazione del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, che ha promesso ritorsioni.
Olha Chyrukha, 64 anni, si trovava davanti al palazzo in cui viveva, danneggiato dai bombardamenti. “Vorrei tanto che trovassero un accordo per un cessate il fuoco. Bombardare la gente in questo modo…”
Lo scambio di prigionieri, che prevede il rilascio di 1.000 detenuti per parte, avrebbe dovuto avvicinare Mosca e Kyiv a un’intesa duratura. Venerdì sono stati riportati a casa 390 cittadini ucraini, e altri rilasci sono previsti nel fine settimana.
Tuttavia, i segnali di una possibile tregua restano deboli. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha dichiarato venerdì che non è stata ancora individuata una sede per il prossimo round di negoziati. Lavrov ha aggiunto che Mosca consegnerà a Kyiv una bozza di testo con le condizioni per una tregua non appena sarà completato lo scambio di prigionieri.
La pressione internazionale per porre fine al conflitto è aumentata negli ultimi mesi. Il presidente statunitense Donald Trump ha indicato la fine della guerra come una priorità della sua politica estera e ha invitato Russia e Ucraina a riprendere i negoziati, invito che entrambe le parti hanno accolto formalmente.
I leader europei accusano il Cremlino di ostacolare i negoziati mentre le truppe russe cercano di conquistare nuovo territorio in Ucraina. Dopo l’attacco a Kyiv, Zelenskyj ha accusato la Russia di voler sabotare i colloqui di pace, accusa che Mosca ha a sua volta rivolto a Kyiv.
“Con ogni attacco come questo, il mondo è sempre più convinto che la responsabilità del prolungamento della guerra sia di Mosca”, ha scritto Zelenskyj su X. “L’Ucraina ha proposto più volte un cessate il fuoco… ma tutto è stato ignorato.”
