L’Irlanda ha fatto un passo avanti verso il divieto di importazioni dai territori palestinesi occupati, incoraggiando nel contempo gli altri Stati membri dell’Unione Europea a seguire il suo esempio.
Martedì, il governo ha approvato una proposta di legge che mira a limitare il commercio con gli insediamenti israeliani illegali. Si tratta di un’iniziativa in gran parte simbolica, ma che potrebbe esercitare una pressione significativa su Israele in merito alle sue politiche a Gaza e in Cisgiordania.
«Quello che spero», ha dichiarato il ministro degli Esteri Simon Harris, «è che quando un piccolo Paese europeo prende una decisione del genere e si prepara a diventare uno dei primi – probabilmente il primo nel mondo occidentale – a considerare una legislazione in questo ambito, possa ispirare anche altri Paesi europei a unirsi a noi».
Harris ha inoltre affermato che è evidente come a Gaza vengano commessi crimini di guerra.
Il disegno di legge sarà esaminato da una commissione parlamentare il mese prossimo.
Frances Black, senatrice indipendente che nel 2018 aveva presentato un primo Occupied Territories Bill, ha accolto con favore la decisione del governo, definendola attesa da troppo tempo. «È terribile che ci sia voluta così tanta sofferenza per arrivare fin qui. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo», ha commentato.
Sebbene il commercio sia una competenza dell’Unione Europea, gli Stati membri possono introdurre restrizioni in circostanze eccezionali. L’Irlanda fonda la propria iniziativa su una sentenza della Corte internazionale di giustizia dello scorso anno, secondo la quale i Paesi dovrebbero “adottare misure per prevenire relazioni commerciali o di investimento che contribuiscano al mantenimento della situazione illegale creata da Israele nei territori palestinesi occupati”.
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