Dal 7 ottobre 2023, la Striscia di Gaza è sprofondata in una crisi umanitaria di proporzioni catastrofiche, con i bambini tra le principali vittime di un conflitto devastante. Secondo un rapporto dell’Unicef, circa 50.000 minori sono stati uccisi o feriti dall’inizio delle ostilità. A denunciare questa tragedia è stato Edouard Beigbeder, direttore regionale dell’Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa, che ha descritto un quadro di sofferenza inaudita, chiedendo un intervento urgente da parte della comunità internazionale.
Un bilancio drammatico
“Dalla fine del cessate il fuoco, il 18 marzo, 1.309 bambini sono stati uccisi e 3.738 feriti. In totale, dall’ottobre 2023 sarebbero stati uccisi o feriti più di 50.000 bambini”, ha dichiarato Beigbeder in una nota ufficiale rilasciata dall’Unicef. Questi numeri, che continuano a crescere, riflettono l’impatto devastante del conflitto sui minori, molti dei quali vivevano già in condizioni di estrema vulnerabilità a causa del blocco imposto sulla Striscia di Gaza. La maggior parte delle vittime sono bambini che risiedevano in aree densamente popolate, come i campi profughi di Jabalia, Rafah e Khan Younis, dove le infrastrutture civili sono state ripetutamente colpite.
Un appello accorato
Con toni di profonda preoccupazione, Beigbeder ha rivolto una domanda retorica alla comunità globale: “Quante altre ragazze e ragazzi morti ci vorranno? Quale livello di orrore deve essere trasmesso in diretta streaming prima che la comunità internazionale si faccia avanti, usi la sua influenza e intraprenda un’azione coraggiosa e decisiva per imporre la fine di questa spietata uccisione di bambini?”. L’appello sottolinea l’urgenza di superare l’inazione politica e di porre fine a un conflitto che, grazie alla diffusione di immagini e video sui social media e nei notiziari, mostra quotidianamente al mondo il suo volto più brutale.
La strage di Khan Younis
Un episodio emblematico della tragedia in corso è avvenuto venerdì scorso a Khan Younis, nel sud della Striscia. Un bombardamento ha distrutto un’abitazione, uccidendo nove di dieci fratellini, tutti di età inferiore ai dodici anni, mentre erano riuniti nella loro casa, un luogo che avrebbe dovuto essere un rifugio sicuro. Questo attacco, che ha sconvolto l’opinione pubblica, è solo uno dei tanti episodi di violenza indiscriminata. “In 72 ore, nel fine settimana, le immagini di due orribili attacchi forniscono un’ulteriore prova del costo inconcepibile di questa spietata guerra contro i bambini nella Striscia di Gaza”, ha sottolineato Beigbeder, evidenziando come questi eventi rappresentino una violazione dei diritti fondamentali dei minori.
Vite ridotte a numeri
“Questi bambini – vite che non dovrebbero mai essere ridotte a numeri – fanno ora parte di una lunga e straziante lista di orrori inimmaginabili”, ha proseguito il direttore regionale. Ogni numero nasconde una storia: bambini che giocavano nelle strade dei loro quartieri, che frequentavano scuole ormai distrutte o che cercavano riparo in rifugi improvvisati. Molti di loro sono orfani, feriti gravemente o traumatizzati da esperienze che nessun minore dovrebbe mai vivere. La perdita di intere famiglie, come quella di Khan Younis, è un simbolo della devastazione che si abbatte su intere generazioni.
La necessità di un’azione immediata
L’Unicef ha ribadito che la protezione dei bambini di Gaza deve essere una priorità assoluta. “I bambini di Gaza hanno bisogno di protezione. Hanno bisogno di cibo, acqua e medicine. Hanno bisogno di un cessate il fuoco. Ma più di ogni altra cosa, hanno bisogno di un’azione immediata e collettiva per fermare tutto questo una volta per tutte”, ha concluso Beigbeder. L’organizzazione chiede non solo un cessate il fuoco immediato, ma anche l’apertura di corridoi umanitari per garantire la consegna di aiuti essenziali, come cibo, acqua potabile e forniture mediche, in una regione dove gli ospedali funzionanti sono ormai al collasso.
Una crisi umanitaria aggravata dal blocco
La situazione a Gaza è resa ancora più drammatica da anni di blocco economico e militare, che hanno limitato l’accesso a beni di prima necessità e costretto la popolazione a vivere in condizioni di estrema povertà. Scuole, ospedali e infrastrutture idriche ed elettriche sono stati distrutti o gravemente danneggiati, lasciando i bambini senza luoghi sicuri dove studiare, curarsi o crescere. Secondo l’Unicef, oltre un milione di minori a Gaza vive in condizioni di insicurezza alimentare, con accesso limitato a cibo nutriente e acqua pulita, mentre le malattie si diffondono rapidamente a causa delle condizioni igieniche precarie.
Gli sforzi dell’Unicef e le sfide sul campo
Nonostante le difficoltà, l’Unicef e altre organizzazioni umanitarie stanno cercando di fornire assistenza, distribuendo cibo, coperte, kit medici e supporto psicologico. Tuttavia, le operazioni sono ostacolate dall’insicurezza, dalla distruzione delle infrastrutture e dalle restrizioni imposte agli aiuti. L’organizzazione ha anche attivato programmi per identificare e assistere i minori non accompagnati, che hanno perso i genitori o sono stati separati dalle loro famiglie durante i bombardamenti.
Un invito alla responsabilità globale
La tragedia di Gaza non è solo una crisi locale, ma una sfida per l’intera comunità internazionale. L’Unicef chiede ai leader mondiali di agire con determinazione per proteggere i diritti dei bambini, sanciti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia, e di lavorare per una soluzione politica che ponga fine al conflitto. La perdita di migliaia di vite giovani non può essere accettata come un danno collaterale: ogni bambino merita di crescere in un ambiente sicuro, con la possibilità di sognare un futuro migliore.