L’Ucraina ha fatto esplodere una potente carica subacquea contro il ponte stradale e ferroviario che collega la penisola di Crimea, occupata dalla Russia, al territorio russo, danneggiandone i piloni sommersi.
L’operazione, rivendicata dal servizio di sicurezza ucraino SBU, è il secondo attacco di alto profilo in pochi giorni contro asset strategici russi, dopo il raid con droni che domenica ha colpito la flotta di bombardieri strategici a Mosca.
L’attacco è avvenuto mentre l’Ucraina ha confermato di essere stata invitata al vertice Nato previsto per la fine del mese, un risultato che il presidente Volodymyr Zelenskyj ha definito cruciale, sottolineando che l’assenza di Kyiv sarebbe stata una “vittoria” per la Russia.
Il nuovo colpo al ponte di Kerch, lungo 19 chilometri e inaugurato nel 2018 come simbolo del potere del presidente russo Vladimir Putin, si inserisce in una serie di azioni con cui l’Ucraina sembra voler ribaltare la narrazione – sostenuta dall’amministrazione Trump – secondo cui Kyiv avrebbe poche carte da giocare nel conflitto.
La minatura del ponte, pesantemente sorvegliato dalle forze russe, fa seguito all’audace attacco con droni a lunga gittata contro basi aeree nel cuore della Russia, che secondo Zelenskyj avrebbero danneggiato “il 34% dei vettori di missili da crociera strategici russi”.
In un comunicato, l’SBU ha spiegato che l’operazione contro il ponte – la terza da inizio guerra – era stata pianificata da mesi e ha impiegato l’equivalente di oltre una tonnellata di tritolo, provocando “gravi danni” alla base dei piloni portanti.
L’Ucraina aveva già colpito il ponte due volte: nell’ottobre 2022 con l’esplosione di un camion bomba, e nel luglio 2023 con un attacco tramite drone navale sperimentale. In entrambi i casi, la Russia aveva riparato i danni.
Il generale Vasyl Maliuk, a capo dell’SBU e supervisore dell’ultima operazione, ha definito il ponte “un obiettivo assolutamente legittimo, soprattutto considerando che il nemico lo utilizza come arteria logistica per rifornire le sue truppe”.
E ha aggiunto: “La Crimea è Ucraina, e ogni manifestazione dell’occupazione riceverà una nostra risposta decisa”.
Il servizio di sicurezza ucraino ha pubblicato un video in cui si vede l’esplosione provenire dall’acqua e detriti volare in aria, insieme a una foto che mostra danni a un lato della struttura.
Secondo quanto riferito dalle autorità russe su Telegram, il traffico stradale sul ponte è stato temporaneamente sospeso. I media statali russi hanno parlato di una chiusura durata circa quattro ore.
L’attacco è avvenuto mentre la Russia ha dichiarato martedì che è “sbagliato aspettarsi una rapida svolta” nei colloqui con l’Ucraina, il giorno dopo aver respinto la richiesta di Kyiv per un cessate il fuoco incondizionato durante i negoziati a Istanbul. Il conflitto, ormai al quarto anno, ha causato decine di migliaia di morti da entrambe le parti e milioni di sfollati.
Le delegazioni hanno concordato un ampio scambio di prigionieri e si sono scambiate le rispettive proposte di pace, denominate “memorandum”, in un incontro durato meno di due ore.
“La questione della risoluzione è estremamente complessa e coinvolge numerose sfumature”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “Sarebbe sbagliato aspettarsi soluzioni o svolte immediate”.
Peskov ha parlato mentre Andriy Yermak, capo di gabinetto di Zelenskyj, è arrivato negli Stati Uniti insieme alla vicepremier Yulia Svrydenko per sollecitare un inasprimento delle sanzioni contro la Russia.
“Parleremo di supporto militare, della situazione sul campo di battaglia e del rafforzamento delle sanzioni contro la Russia”, ha scritto Yermak su Telegram.
Secondo quanto riportato dai media statali russi, Mosca avrebbe chiesto come condizione per sospendere l’offensiva il ritiro delle truppe ucraine da quattro regioni orientali e meridionali che il Cremlino sostiene di aver annesso. Kyiv, invece, ha ribadito la richiesta di un cessate il fuoco completo e incondizionato. La Russia avrebbe offerto solo una tregua parziale di due o tre giorni in alcune aree del fronte, secondo il suo principale negoziatore.
Peskov ha anche escluso l’ipotesi di un vertice tra i presidenti di Russia, Ucraina e Stati Uniti: “Nel prossimo futuro è improbabile”, ha detto ai giornalisti, spiegando che un vertice potrà avvenire solo dopo che i negoziatori russi e ucraini avranno raggiunto un “accordo”.
La Casa Bianca aveva affermato lunedì che il presidente statunitense Donald Trump è “aperto” all’idea, sostenuta anche da Zelenskyj e dal presidente turco Recep Tayyip Erdoğan.
La partecipazione di Zelenskyj al vertice Nato all’Aia, in programma dal 24 al 26 giugno, è stata confermata dal leader ucraino, dopo le preoccupazioni circa possibili tensioni con l’amministrazione Trump.
“Siamo stati invitati al vertice Nato. Credo sia un fatto importante”, ha detto Zelenskyj lunedì, dopo l’incontro con il segretario generale della Nato Mark Rutte a Vilnius.