Non c’è marmo, qui. Non c’è perfezione scultorea né bellezza eterna. Solo muri scrostati, lacrime vere, e il pianto straziante di chi resta. In questa foto – una madre, i suoi bambini, il dolore che disarma – c’è tutta la tragedia di Gaza, compressa in un frammento d’umanità insostenibile. Non è l’opera di Michelangelo, ma è la Pietà del nostro tempo. Una madre che stringe i suoi figli mentre tutto intorno crolla: case, scuole, sogni, carne.
Gli occhi del bambino in primo piano non chiedono spiegazioni. Non c’è tempo per capire la guerra quando ti attraversa la pelle e ti ruba il futuro. Le grida della sorella, le mani aggrappate a chiunque possa dare ancora calore, sono le preghiere mute di un popolo che seppellisce ogni giorno la propria innocenza.
È una Pietà senza resurrezione. Senza arte, senza redenzione. È il grido muto di chi chiede solo di vivere. Eppure il mondo osserva e tace, come davanti a un quadro troppo scomodo da appendere.