Rapporto Onu: Israele ha commesso crimini di guerra e il crimine contro l’umanità a Gaza
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Rapporto Onu: Israele ha commesso crimini di guerra e il crimine contro l’umanità a Gaza

Il rapporto è stato redatto redatto dalla Commissione Internazionale Indipendente d’Inchiesta sui Territori Palestinesi Occupati, presieduta dall’ex giudice della Corte Penale Internazionale Navi Pillay,

Rapporto Onu: Israele ha commesso crimini di guerra e il crimine contro l’umanità a Gaza
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10 Giugno 2025 - 11.28


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Israele ha commesso crimini di guerra e il crimine contro l’umanità di “sterminio” con i ripetuti attacchi a scuole, università, moschee e altri edifici educativi, religiosi e culturali durante il conflitto a Gaza. È quanto denuncia un rapporto pubblicato oggi da investigatori delle Nazioni Unite.

Il rapporto, redatto dalla Commissione Internazionale Indipendente d’Inchiesta sui Territori Palestinesi Occupati, presieduta dall’ex giudice della Corte Penale Internazionale Navi Pillay, documenta attacchi al 90% delle scuole e università di Gaza e la distruzione di oltre la metà dei siti religiosi e culturali della Striscia. “Ci sono sempre più prove che Israele stia conducendo una campagna concertata per annientare la vita a Gaza”, ha dichiarato Pillay presentando il rapporto, sottolineando che gli attacchi alla cultura, all’educazione e alla religione palestinesi “danneggiano le generazioni attuali e future”.

La Commissione ONU conclude che Israele ha commesso il crimine contro l’umanità di sterminio assassinando centinaia di persone rifugiate in scuole e luoghi religiosi, incluse le moschee di Ihya al-Sunna e Saad al-Ghafari nella città di Gaza. Inoltre, Israele ha perpetrato crimini di guerra attaccando edifici religiosi, monumenti storici e causando vittime civili con offensive contro strutture educative e culturali, lasciando 658.000 bambini gazesi senza scuola per 20 mesi.

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Attacchi a 403 scuole su 564 a Gaza
Tra il 7 ottobre 2023 e la fine di febbraio 2025, periodo coperto dal rapporto, sono stati registrati attacchi a 403 delle 564 scuole di Gaza, di cui 85 completamente distrutte. Molte di queste erano gestite dall’Agenzia ONU per i Rifugiati Palestinesi (UNRWA). Negli attacchi a strutture educative e rifugi, almeno 742 persone sono morte, e il rapporto denuncia l’uccisione di almeno 800 lavoratori di scuole e università.

Incendi e demolizioni deliberate
L’indagine analizza incendi e demolizioni intenzionali di scuole, campus universitari e altre infrastrutture educative da parte delle forze israeliane, oltre all’uso militare di queste strutture, in violazione del diritto internazionale, sia da parte di Hamas che dell’esercito israeliano. Un esempio citato è la trasformazione di parte del campus dell’università Al-Azhar in una sinagoga per le truppe israeliane, utilizzata anche come deposito di munizioni e veicoli militari.

Non solo Gaza: attacchi in Cisgiordania
Gli attacchi all’istruzione palestinese non si limitano solo a Gaza. In Cisgiordania, il rapporto denuncia un aumento dei controlli di sicurezza e degli attacchi a scuole, alcuni compiuti da coloni, che hanno colpito oltre 806.000 studenti palestinesi. Sono stati registrati attacchi a 141 scuole, l’uccisione di 96 studenti e 4 lavoratori educativi, oltre alla detenzione di circa 500 tra alunni e insegnanti. “Israele ha fatto ben poco per impedire agli insediamenti dei coloni di attaccare deliberatamente scuole e studenti per intimorirli e costringerli ad andarsene”, si legge nel rapporto.

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Pressioni su studenti e professori
Il rapporto segnala anche pressioni su studenti e professori, sia israeliani che palestinesi, per aver mostrato sostegno o preoccupazione per i civili di Gaza, con licenziamenti, espulsioni e detenzioni, in particolare contro donne educatrici e studentesse.

Luoghi culturali e religiosi
Per quanto riguarda i siti religiosi e culturali, il rapporto di 19 pagine denuncia attacchi a Gaza, restrizioni di accesso in Cisgiordania e saccheggi di musei e siti archeologici nella Striscia da parte di soldati israeliani. L’UNESCO ha verificato danni a 75 luoghi culturali e religiosi, tra cui un cimitero romano, la Grande Moschea Omari e il Museo del Palazzo Pasha. Inoltre, sono aumentate le operazioni militari, le detenzioni e le molestie a fedeli e figure religiose nella Spianata delle Moschee a Gerusalemme, uno dei luoghi più sacri per l’Islam, limitando gravemente la libertà di culto e alimentando tensioni.

“Gli attacchi e la distruzione di siti storici, le restrizioni di accesso in Cisgiordania e i tentativi di cancellare la loro storia eterogenea erodono i legami storici dei palestinesi con la terra e indeboliscono la loro identità collettiva”, ha avvertito Pillay, ex Alto Commissario ONU per i Diritti Umani e presidente del Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda.

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La Commissione, istituita dal Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU nel maggio 2021, presenterà il rapporto nella sua 59ª sessione, che inizierà la prossima settimana.

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