In occasione della celebrazione del 250° anniversario dell’esercito statunitense, l’ex presidente Donald Trump ha pronunciato un discorso che ha suscitato forti reazioni, segnando quello che molti critici hanno definito un uso anomalo del linguaggio politico presso una sede militare istituzionalmente neutrale.
Attacchi a Los Angeles e linguaggio su base militare
Durante il suo intervento, Trump ha definito Los Angeles “una discarica”, denunciata come “invasa e conquistata da un nemico straniero”. Ha attaccato apertamente i dimostranti, definendoli “animali” e «un nemico straniero» . Ha inoltre promesso che l’esercito “libererà Los Angeles e la renderà di nuovo libera, pulita e sicura”
Teorie cospiratorie e ipotesi di ingerenza straniera
Il discorso ha ripreso teorie usate sin dal 2020: Trump ha affermato, senza fornire prove, che i manifestanti erano “paid troublemakers” e che portavano “bandiere straniere” come parte di una “invasione” orchestrata L’Associated Press e altri media hanno confermato che tali affermazioni non hanno fondamento .
Ridenominazioni delle basi militari
In un passaggio significativo, Trump ha dichiarato che non ha ancora finito con i rinomini, nel solco della sua linea che vuole rimuovere ogni cancellazione di nomi legati ai confederati. Ha annunciato il ripristino non solo di Fort Bragg (riportato dall’amministrazione Biden alla designazione “Fort Liberty”) ma anche delle basi di Fort Pickett, Hood, Gordon, Rucker, Polk, A.P. Hill e Fort Robert E Lee.
Invocazione dell’Insurrection Act e discorso politico-militare
Trump ha posto la questione dell’Insurrection Act di fronte ai militari, suggerendo la possibilità di invocarlo per rispondere alle proteste e garantire “legge e ordine”. Sul palco era presente anche il Segretario alla Difesa Pete Hegseth, il quale ha sostenuto un aumento nel ruolo della Guardia Nazionale per la difesa interna
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